In cerca di luce
di Iannozzi Giuseppe aka King Lear
a Vany, la mia sola Luce
In cerca di luce
di Iannozzi Giuseppe aka King Lear
In un giorno qualunque di freddo
in mezzo alla nebbia della mezza
sognante e piangente
mi chiedesti d’esser il tuo poeta
Ti dissi che si nutre di spine la bellezza
e che le mie mani non han saputo mai
raccogliere rose belle senza violentarle
Per questo, per tutto questo hai benedetto l’uomo
e mandato al diavolo la scimmia della mia cultura
Non sei cambiata da allora,
sogni ancora a occhi aperti
come un’ape d’oro in cerca
della primavera,
del fiore più tenero
Per questo, per tutto questo ho amato
continuando ad amare l’ingenuità
sulla tua bocca verginale e carnale
Per tutto questo, per tutto questo
non ho mai avuto il coraggio di confessarti
che il sole d’estate non si sarebbe preso gioco di me
Per questo, per tutto questo hai benedetto l’uomo
e mandato al diavolo la scimmia della mia cultura
In un giorno qualunque né freddo né caldo
all’ombra della chiesa dei tuoi sacri genitori
rossa di rabbia, sicura di te come una dea
scorgesti il segno della volgarità sulla mia fronte
Da quel momento non ci fu più spazio
fra le tue gambe per la mia tristezza di poeta
Per questo, per tutto questo ancora vago
da una landa all’altra in cerca d’uno spiraglio di luce
fuggito in tutta fretta da una porta aperta
La più bella
(Un bel giorno)
Chi oggi per strada
dal lattaio e in chiesa m’ha veduta
ben sa che di fronte a simili cose
sicura mi porto avanti
e nulla vedo.
Sì, sono una bella mora, e allora?
Cappricciosetta certo, al pari d’una stella
ma proprio per questo
del Firmamento mi sento la più Bella.
Ai giovanastri come te
che montano sù un gran baccano,
se ancor non lo sai,
io me ne faccio un baffo.
E se un bel giorno
un’ombra di nostalgia di me ti colpirà
increspa pure le labbra e sorridi duro,
perché di me sempre
e per sempre la voglia ti resterà.