In certe notti assenti,
il corpo stenta
a dare spazio
al nido del riposo,
la luce antipode,
negata a sguardi
non può arrivare
La mente, corre,
fruga, tra le pieghe
le vie possibili,
futuri a divinare,
faglie d’oblio,
dentro porti di nebbia
a cui si approda soli
A volte, l’anima
riflessa in sè,
nell’immobile mare
dell’io, interroga
distante, l’alba
a venire, cercando
un molo, tra flutti
d’inconscio collettivo