Magazine Diario personale

In chiaroscuro

Creato il 14 gennaio 2014 da Povna @povna

“E’ successo qualcosa”. Le parole di Hal9000, passato a prenderla alla fine di una mattinata assurda, terminano con un punto fermo. E la ‘povna (che da molti anni ha imparato che quello che le accade, tutto quanto, le si incide suo malgrado sulla faccia) si rassegna di buon grado ad annuire.
La giornata, cominciata sotto una tempesta che le ha impedito di prendere la bici, fatto ritardare gli autobus e (dunque) anche la sua scaletta, è continuata con una sessione da Mr. Wolf con il babbo di Homeless, una Giovane Marmotta che, da un mese a questa parte, ha deciso di non venire a scuola. Il colloquio ha allungato le sue ombre sulle ore di lezione (che per la ‘povna, è noto, vengono prima di chiunque), ed è stato seguito da una performance dei Merry Men che dire “deludente” è dire poco. Come succede in questi casi, la ‘povna non ha fatto la voce grossa, ma ferma, e una costellazione di comportamenti sbuccioni messa in scena da venerdì scorso (che aveva già portato, non solo da parte sua, ad alcuni cartellini gialli) ha trovato il suo giusto compimento in un rapporto collettivo. Poiché però si amano lo stesso, e molto, il risultato è stato amarissimo per tutti. E così il giorno che doveva vedere la conclusione del video di Paolini, e la spiegazione conseguente, termina con loro schierati tra i banchi, tardivamente muti, a testa bassa, mentre lei li bersaglia, sardonica (“Avete detto che volete spiegazioni meno colte, meno raffinate, più adatte a voi, che ‘non siete capaci’, perché siete del Tecnico? Adesso vi accontento”), con 40 minuti di analisi grammaticale e logica del manuale letto come una scolaretta, parola per parola.
Al suono della campana, la ‘povna fa in tempo ad arraffare al volo i fogli per scrivere alle famiglie la comunicazione della nota, e i numeri dei rappresentanti di classe. Sa bene che entro sera dovrà ancora contattare la dottoressa Lucy (per parlarle di Homeless), chiamare a casa i Merry Men e risolvere un problema personale che le ha posto una custode del Prefabbricato, con molta gentilezza, ma non è quello è il tempo. Perché l’sms di Hal9000 (“Mi sto muovendo ora, ti aspetto all’ingresso”) la avvisa che deve vestire i panni della ‘povna tecnologica, e dedicare a lui e al bando MIUR, così come promesso, il pomeriggio intero.
“Ho messo una nota ai Merry Men. Timbrata da DaddyLongLegs” – si limita a spiegargli mentre allaccia la cintura (l’automobile riparte). Hal9000 ride, poi fa la faccia allibita: “A loro? Tutti quanti? La faccenda è grave”.
La ‘povna racconta, sintetica (“Basta parole” resta comunque il motto). Lui un po’ le dà corda, e un po’ cerca di calmarla con prudenza: “Sono belli, sono la tua classe preferita, e tutti voi vi amate, non lo metto in dubbio. Ma ricordati che hanno comunque 17 anni: ogni tanto la coglioneria ritorna a farsi viva”.
“Giornata di merda” – ringhia lei. E lui per prudenza sta zitto. Intanto l’auto frena nel parcheggio.
“Allora, sei pronta? Non c’è niente di meglio che lavorare a testa bassa” – motteggia lui. La ‘povna (anche se di nascosto) un po’ sorride.
Al Prefabbricato il via-vai è notevole. La stanza della qualità affollata di gente. “Scusa? Mi presti il computer?”. “Abbi pazienza, solo un attimo”. “Mi fai usare la stampante?”.
Tra caffè (d’orzo), convenevoli, varie ed eventuali e molto tempo perso (durante il quale però la ‘povna riesce a scrivere alla dottoressa Lucy e a evadere un be po’ di faccende burocratiche) all’alba delle tre riescono a stento a cominciare.
“Non mi meraviglierei se saltasse la corrente” – commenta lei mentre apre i documenti. Hal9000 tace ancora, saggio. E poi:
“Partiamo dalle cose facili: dove è la lista delle cose da fare? Numero 1, le delibere”.
Passo per passo, il lavoro procede. La dichiarazione per il Dirigente, le specifiche tecniche, le informative alle famiglie.
“Guarda che bella luce è uscita, andiamo a fare le foto, sbrigati!”.
Effettivamente il sole è spuntato dalla pioggia, e le immagini delle aule, interno e esterno, da allegare al progetto, vengono particolarmente carine.
Quando rientrano nel bunker, il Prefabbricato si è svuotato, come sempre quando passano le quattro.
“Direi che è tempo di mettere le mani sulla scheda finanziaria, adesso”.
“Non con il maledetto Excell, spero bene. In ogni caso lo scrivi tu, quello”.
Per la parte di numeri, la ‘povna cede volentieri la tastiera del comando: ma poi, tra una colonna e l’altra (e mentre il pensiero dei Merry Men la fa sbuffare, a tratti come un mantice: “Ancora?”; “Certo che sì, ancora, ovvio”) le tocca ammettere che il risultato finale, calibrato con impegno e discussioni millimetriche, è venuto proprio figo.
Intanto, tra un ritocco e l’altro, un rosso numeretto, comparso all’improvviso sulla barra, la avverte che è arrivata posta.
“C’è un messaggio, aspetta, guarda!”.
E’ la dottoressa Lucy: racconta che sta bene, e soprattutto offre il suo aiuto, come sempre: “Sperando di poter dare una mano, ti abbraccio” – conclude calorosa la sua lettera.
“Ha risposto subito, hai visto, che bello!” – la ‘povna passa ad Hal il suo tablet, con gli occhi che scintillano. Lui legge, glielo ripassa, ridacchia.
“Scusa, che c’è da ridere?”
“Rido di te” – fa lui serafico, senza il minimo filtro – “piangevi disperata la catastrofe, e ora guardati lì: alto e basso, senza mediazione e senza filtri”.
E ora tocca a lei a ridere. Perché sì, lo riconosce, è il suo entusiasmo. Ma intanto, chissà come, la giornata storta ha preso, all’improvviso un’altra piega.
Si va avanti così, fino alle sei e mezzo.
“Professori, devo chiudere!”.
Ma la ‘povna e Hal, intabarrati e pronti, stanno già verso il parcheggio.
“Dai, non è andata troppo male” – commenta Hal immettendosi nel traffico.
La ‘povna non risponde. La conversazione continua per altre via, parlando di un po’ di questo e un po’ di quello.
“Allora ciao, buon lavoro, e grazie!”.
Mentre cammina verso treno, la ‘povna sente che il velo di amarezza non è ancora evaporato, si è solo un po’ nascosto. E tuttavia, correndo lungo i binari verso casa, sa che, effettivamente, a essere onesti, non può liquidare esclusivamente come “brutta” la giornata.


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