Foto tratta dal sito prolococarru.it
Lo scorso 12 dicembre, il giorno dopo il mio ritorno dal viaggio in Congo, la “porta della Langa” ha celebrato la sua più importante ricorrenza: quella legata al Bue Grasso di Carrù.
La carne di razza bovina piemontese è una delle più pregiate in Italia. Per valorizzarne i fasti e le peculiarità, da tempo immemore si svolge nel mese di dicembre di ogni anno la Fiera del Bue Grasso di Carrù che dal 2008 ha ottenuto la qualifica di nazionale. Le prime notizie relative a mercati di bestiame in paese risalgono al 1473, ma è con il duca Vittorio Amedeo I che la storia di questa manifestazione prese il suo avvio. Fu infatti lui a concedere un decreto alla cittadinanza per organizzare annualmente una fiera bovina da svolgersi per tre giorni nel mese di novembre, dopo la festa di San Carlo, anche se solo nel 1910 l’Amministrazione comunale istituì la fiera del bue grasso come si intende oggi.
E così il secondo giovedì prima di Natale Carrù diventa il luogo di incontro di appassionati e turisti, non solo italiani, che raggiungono la cittadina del cuneese per questo evento dedicato alla carne bovina di qualità. Alla manifestazione possono partecipare esclusivamente bovini da macello di razza piemontese, che arrivano a pesare anche quattordici quintali, suddivisi tra buoi, manzi, vitelli, vitelle, tori, torelli, vacche e manze. Tecnici, macellai, allevatori e veterinari si riuniscono per comporre le giurie che determineranno i migliori capi a cui saranno assegnati, nel Foro Boario della piazza del Mercato, oltre cento premi suddivisi tra gualdrappe, vero e ambito simbolo della vittoria, fasce decorate a mano, medaglie d’oro, trofei e diplomi. E sarà bello, al termine delle premiazioni, osservare la sfilata di buoi e manzi trionfanti in passerella come delle vere e proprie star.
Foto tratta dal sito targatocuneo.it
Per assaporare a pieno il vero clima che si respira durante questa manifestazione occorre arrivare a Carrù molto presto, alle prime luci dell’alba. Solo a quell’ora si potranno osservare i “riti” di preparazione dell’evento: l’arrivo dei camion, la discesa delle bestie, la pesatura. Sistemati nello spazio espositivo e legati uno vicino all’altro, gli animali sono strigliati e preparati per il loro momento di gloria quando saranno valutati, suddivisi in sedici categorie, per la muscolatura, l’altezza, la possenza e la dentatura.
Contemporaneamente alla Fiera che accoglie un grande mercato e un’esposizione di macchine ed attrezzature agricole, la cittadina di Carrù rivive da cento anni il suo “piccolo miracolo”: sin dal primo mattino e fino a notte inoltrata code interminabili di persone attendono davanti ai ristoranti per assaggiare i piatti tipici locali tra cui primeggiano il celebre bollito accompagnato dalle sue salse e la minestra di trippa, ma anche il cappone di Morozzo, la lumaca di Borgo San Dalmazzo, il porro di Cervere, acciughe al verde, carne cruda, formaggi e dolci a base di nocciole. E per tutto l’arco dell’evento è aperto un tendone ristorazione in piazza Divisione Cuneese che propone il Bollito No Stop: con l’esborso di una cifra minima si può assaggiare il bollito misto accompagnato dall’immancabile bagnetto verde e da bicchieri di vino a volontà.