Da una filmografia satura e variopinta, nella quale ha saputo alternare l'andatura dei generi con dimestichezza e intelligenza, Takashi Miike prende un momento di assoluto relax e imbastisce una commedia brillante con protagonisti poliziotti e gangster mafiosi. Sulla scia di un assurdo che, in quanto tale, il più delle volte si trova a diventare addirittura visionario e folle "The Mole Song: Undercover Agent Reiji" tira fuori il contesto per andarsi a ispirare a immaginari di vario tipo cercando di non rimanere mai assolutamente serio, neppure quando si ricompone un po' per affrontare l'unico argomento morale del suo portafoglio nel quale vorrebbe il blocco categorico dello spaccio di droga a spese del Giappone. E' un'opera demenziale, pop e con riferimenti al fumetto (dal quale è tratto) e ai manga, abitata da personaggi eccessivi e strambi in grado di accentuare l'eccentrismo onnipresente sullo schermo e di strappare risate di grande gusto, molto spesso praticando teatrini inverosimili.
Nel complesso però rimproverare "The Mole Song: Undercover Agent Reiji" sarebbe un azione scorretta, difetti a parte, la pellicola sa collezionare intrattenimento a mille a l'ora e, a tratti, diventare persino pazzoide e geniale. Quello di Miike è cinema di chi pratica un mestiere per amore e per divertimento proprio, per cui, da parte nostra, partecipare a quella che potrebbe essere considerata una festa privata deve essere una soddisfazione da prendere e conservare.
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