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In cosa consistono il travaglio ed il parto e come affrontarli

Da Dietainforma @espriweb

travaglio il parto consigli utili Il travaglio ed il parto rappresentano le due fasi conclusive della gravidanza. Le future mamme, mentre da un lato temono questo momento, dall’altro lo aspettano con ansia per conoscere il loro dolcissimo bambino. Uno dei primi segnali che permette di capire che si sta avvicinando il fatidico momento è l’abbassamento della pancia, chiamato “alleggerimento“. Alcune donne, inoltre, si sentono all’improvviso piene di energie e tendono ad attivarsi per effettuare freneticamente le pulizie domestiche (“istinto di nidificazione”).

Occorre chiamare il proprio ginecologo o raggiungere il pronto soccorso quando:

  • le contrazioni diventano sempre più forti e frequenti;
  • si avvertono perennemente mal di schiena e crampi;
  • si verifica la rottura delle acque, che può presentarsi con un forte flusso o con una perdita modesta, ma continua;
  • si hanno delle perdite di muco e sangue; ciò significa che si è staccato il tappo di muco che blocca il collo dell’utero e che la cervice si è dilatata, assottigliata e ammorbidita.

La rottura delle acque non è sempre comprensibile, visto che a volte si manifesta con una lenta perdita del liquido amniotico. In alcuni casi, può trattarsi invece di una perdita di urine. Solo il medico può chiarire la situazione e, in caso di rottura delle acque, può decidere di indurre il parto per evitare che la donna possa contrarre delle infezioni. Molte donne, soprattutto alla prima gravidanza, possono confondere il vero travaglio con le contrazioni di Braxton Hicks, che comunque portano dolore e mancanza di fiato. Quando iniziano le contrazioni, è importante controllare, aiutandosi con un orologio, con che frequenza si presentano e quanto durano. Le vere contrazioni, a differenza di quelle di Braxton Hicks, diventano regolari, sempre più forti e frequenti. La durata del travaglio varia da donna a donna e si divide in tre fasi:

1^ fase
le contrazioni tendono a diventare sempre più regolari, forti e frequenti; spesso le donne affrontano in casa questa fase; è importante, però, chiedere al proprio ginecologo se si può o meno mangiare durante il travaglio; quando le contrazioni si presentano ogni 5-10 minuti e durano circa 40-50 secondi, è giunto il momento di recarsi in ospedale; qui il medico controllerà la dilatazione della cervice e la posizione del bambino; la cervice risulta completamente dilatata quando raggiunge i 10 cm;

2^ fase
nella maggior parte dei casi, il bambino si posiziona a testa in giù durante il travaglio; in caso contrario (bambino “podalico”), il medico può tentare di girarlo o decidere di praticare un taglio cesareo; al momento del parto, la donna deve più volte spingere e riposarsi durante le contrazioni; la presenza del partner può risultare di grande aiuto; quando inizia ad uscire la parte superiore della testa del bambino, il medico può decidere di praticare un piccolo taglio, chiamato “episiotomia”, per allargare l’apertura vaginale; dopo la nascita del bambino, il cordone ombelicale viene tagliato;

3^ fase
la terza fase prevede l’espulsione della placenta e può durare dai 5 ai 30 minuti; le contrazioni si ripresentano per segnalare che è il momento di espellerla.

L’intensità del dolore avvertito dalla donna durante il travaglio può dipendere da: la dimensione e la posizione del bambino, la dimensione del bacino, la situazione emotiva, la forza delle contrazioni ed il grado di sopportazione. Per affrontare meglio il parto, è consigliabile seguire i corsi preparto, parlarne con il ginecologo o l’ostetrica e condividere le proprie paure con il partner, i familiari o gli amici.
Esistono, inoltre, dei metodi naturali grazie ai quali alleviare il dolore:

  • eseguire le tecniche di respirazione e di rilassamento;
  • fare docce o bagni caldi;
  • ricorrere ai massaggi;
  • riporre qualcosa di caldo sulla parte bassa della schiena e di freddo sulla fronte;
  • essere assistite da una persona di supporto;
  • cercare posizioni comode;
  • ascoltare musica.

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