In crescita il numero di partner della OCS

Creato il 18 giugno 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

L’Organizzazione per la Cooperazione di Shangai (OCS) sostiene la pace duratura nel tempo e la prosperità nella regione. Una dichiarazione su questo punto è stata firmata dai dirigenti di Russia, Cina, Kazakistan, Tajikistan, Uzbekistan a Kyrgyzstan al convegno OCS che si è tenuto la settimana scorsa a Pechino. I membri dell’organizzazione hanno adottato un pacchetto di documenti che determinano la strategia di sviluppo della OCS e il suo orientamento in merito all’espansione della partnership.

Uno dei principali risultati del summit è l’espansione numerica dei membri osservatori OCS. L’Afghanistan si è aggiunto a Mongolia, India, Pakistan e Iran con questo status. “Abbiamo sempre sostenuto una stretta cooperazione dei Sei di Shanghai con l’Afghanistan”, ha affermato il Presidente russo Vladimir Putin. “Ci aspettiamo che lo status di osservatore possa incoraggiare i nostri amici afghani a elargire un maggiore contributo allo sviluppo della cooperazione regionale. La OCS è un’organizzazione aperta che sostiene l’estensione dei collegamenti con strutture multilaterali e con i governi. E’ benvenuto chiunque voglia collaborare con la OCS”.

La Turchia è divenuta “partner per il dialogo” della OCS. In precedenza questo status si è conferito a Bielorussia e Sri Lanka. Il crescente numero di partner della OCS ha un significato geopolitico secondo il politologo Stanislav Tarasov: “Il centro del mondo multipolare sta spostandosi verso est. L’espansione dell’OCS è un segnale di questo”.

Nel frattempo l’Iran, che è osservatore nell’OCS, vorrebbe diventare un membro a pieno titolo, ma ciò non è ancora avvenuto. Come ha spiegato nella sua intervista a The Voice of Russia Muratbek Imanaliev, ch’era il segretario generale della OCS prima dell’ultimo convegno, vi sono ragioni oggettive dietro a questo. “V’è una condizione nei documenti statutari della OCS per cui solo paesi che non siano soggetti a sanzioni dell’ONU possono aggregarsi all’organizzazione. L’ONU ha imposto sanzioni contro l’Iran, ma ciò non significa che la candidatura iraniana sarà esclusa dall’agenda OCS per sempre”.

I dirigenti dell’OCS hanno espresso grave preoccupazione per la situazione iraniana. Hanno sottolineato come l’uso della forza per risolvere il problema iraniano potrebbe avere risultati imprevedibili. Gli Stati membri dell’OCS hanno anche duramente criticato la situazione in Siria. La dichiarazione del summit informa che l’OCS è contraria a operazioni militari straniere e ad una rinuncia forzata del potere in Siria.

E’ necessario citare la Dichiarazione sulla Difesa Missilistica tra gl’importanti documenti addottati al convegno. “L’unilaterale ed incontrollata costruzione d’una difesa missilistica da parte d’un paese o gruppo di paesi – vi si legge – può infliggere un duro colpo alla sicurezza internazionale e stabilità strategica”. I partecipanti al summit hanno concordato che, qualora la pace e stabilità d’un paese OCS fossero minacciate, gli altri Stati membri dovrebbero prendere misure politico-diplomatiche per scongiurare la minaccia. I delegati hanno confermato che i paesi OCS non prenderanno parte a unioni o alleanze rivolte contro altri Stati membri.

L’ex governatore della regione russa di Irkutsk (Siberia) Dmitrj Mezentsev è stato nominato nuovo segretario generale della OCS. In precedenza è stato per sei anni capo del Consiglio degli Affari della OCS. Il Kirghizistan è divenuto nuovo presidente dell’organizzazione e il prossimo convegno si terrà nella capitale kirghisa Bishkek nell’estate del 2013.

(Traduzione dall’inglese di Valeria Lisi e Daniele Scalea)


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