Magazine Cucina
IN CUCINA CON LO SCRITTORE Francesca Panzacchi, "Le ricette del desiderio" Ciesse edizioni 2012
Da GnomaOggi salutiamo e ringraziamo l‘autrice Francesca Panzacchi, autrice de “Le ricette del desiderio” (Ciesse Edizioni, 2012) per averci aperto la porta della sua cucina.
"Le ricette del desiderio" Il termine afrodisiaco deriva dal mito di Afrodite, dea greca dell’amore, che uscì dal mare dentro a una conchiglia d’ostrica. L’origine di questi cibi è antichissima e affonda le proprie radici nella cultura greca, romana ed egizia. Oggi, anche la scienza ha riconosciuto il potenziale di alcuni alimenti, tuttavia una ricetta può davvero considerarsi afrodisiaca soltanto quando è in grado di stimolare tutti i sensi: per raggiungere la massima efficacia le proprietà nutrizionali dei cibi devono infatti legarsi ai colori, ai profumi e all’atmosfera magica che riuscirete a creare.
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Adoro mangiare e mi piace molto cucinare, anche se confesso che mi piace ancora di più quando qualcuno cucina per me. Lo fa per dovere o per piacere? Sempre e solo per piacere. Altrimenti non cucino proprio. Invita amici o è più spesso invitata? Sono più spesso invitata, ma quando invito io cerco di farmi perdonare. Ha mai conquistato un uomo cucinando? No, in verità ho sempre privilegiato altre armi di seduzione. Vivrebbe con un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? Vivo con un uomo che sa fare solo la pizza, quindi credo proprio di sì. Quando ha scoperto questa sua passione? Già da piccola trafficavo in cucina compiendo improbabili esperimenti culinari. Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Quando ero bambina guardavo sempre mia nonna preparare i biscotti e ogni volta tentavo di rubare un po’ dell’impasto. Ha un piatto che ama e uno che detesta? Adoro le crespelle agli asparagi e detesto i peperoni, in qualunque modo vengano cucinati. Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Non saprei, forse dipende più dall’aroma e dalla consistenza. Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffé? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere? Spesso sorseggio tè al mirtillo mentre scrivo. Scrive mai in cucina? No, scrivo sempre al computer che si trova nel soggiorno. Altrimenti dove ama scrivere? E a che ora le viene più naturale? Quando posso scrivo all’aperto, con il portatile. Molto spesso scrivo di notte, quando il silenzio è assoluto e la concentrazione massima. Si compra cibo pronto (tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Quando l’ispirazione fluisce molto spesso mi dimentico di mangiare. Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è presa dal suo lavoro? Salato o dolce? Cioccolato bianco, sempre. Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Una volta, con due coppie di amici invitati a cena, ho dimenticato di accendere il forno, così abbiamo iniziato a mangiare che era quasi mezzanotte. Lei è una scrittrice che spazia molto da un genere all’altro, quando esce a cena con i suoi figli, o amici che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo marito? Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale? In qualsiasi occasione mi piacciono i locali intimi, caratteristici, le locande con un’anima. D’estate adoro mangiare all’aperto, in campagna o vicino al mare. Tendo a ordinare sempre cose nuove, mi piace sperimentare sapori diversi, anche se non disdegno i piatti più tradizionali della cucina emiliana. Quando festeggio una pubblicazione stappo un vino eccellente, credo sia giusto viziarsi ogni tanto. Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo? Sì, di solito lo offro, ritengo che sia un modo piacevole e informale per interagire con i lettori. Mi piacciono gli aperitivi ricercati, appetitosi, non banali. Ha mai usato il cibo in qualche storia? Sì, nel mio libro “Le ricette del desiderio”, che è un vero e proprio manuale di ricette afrodisiache il cibo, in tutte le sue declinazioni, è il protagonista assoluto. Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio? Molto volentieri, si tratta di una ricetta afrodisiaca, ovviamente.
FRAGOLE AUDACI
200g di cioccolato al peperoncino 15 g di burro 1 cestino di fragole
Lavate e asciugate perfettamente le fragole. Fate fondere il cioccolato al peperoncino in una ciotola posta su una pentola di acqua che bolle o nel forno a microonde per un minuto. Fuori dal fuoco, incorporate al cioccolato la noce di burro e mescolate bene in modo da ottenere una crema fluida e liscia. Immergete le fragole, ognuna infilzata in uno spiedino di legno, nel cioccolato fuso e fatele asciugare all’aria. Quando il cioccolato si sarà ben solidificato, potete riporle in frigorifero fino al momento di servirle.
Quale complimento le piace di più come cuoca? Quando mi dicono: “Mi inviti di nuovo a cena?” E come scrittrice? Quando mi dicono che so emozionare attraverso la scrittura. Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittrice possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? “Il desiderio è l’essenza dell’uomo”.È una frase di Spinoza che ha ispirato il mio libro, dalla prima all’ultima pagina.
Grazie per la sua disponibilità