Magazine Cucina
*Piccola presentazione del libro* Alessandro Sereni, trentottenne, a causa della crisi economica si ritrova disoccupato a gennaio del 2011. A ciò si aggiunge la sua ex fidanzata che gli comunica di aver deciso di convivere con un altro uomo. Senza lavoro e affetti Alessandro si rifugia nell’alcool e progetta il suicidio. A pochi chilometri da lui la crisi sconvolge anche la vita di Stefano e Fiorella. Conviventi da 3 anni e molto legati al loro coniglio Dado, devono trasferirsi in Repubblica Ceca perché l’azienda dove lui lavora si sposterà li per continuare l’attività. Costretti a privarsi di Dado, pubblicano un annuncio con cui dicono che lo regaleranno. Quella notte Alessandro, intenzionato a uccidersi, legge l’annuncio e viene colpito dallo sguardo del coniglio. Ottenuto l’animale, che lui chiamerà Pallino, in poco tempo ritornerà in lui il desiderio di vivere. ****** La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Mi piace sia mangiare bene, anche se dal fisico non si direbbe, sia cucinare anche se non preparo quasi mai piatti particolarmente elaborati e nemmeno consulto libri di ricette. Lo fa per dovere o per piacere? Se non hai nessuno che cucina per te ovviamente lo fai per dovere. Per me la cucina più che un piacere è un divertimento, mi piace preparare tutti i cibi che mi piacciono e che, come dicevo prima, non sono mai cibi elaborati o sofisticati. Insomma, non cucino solo per necessità. Invita spesso amici a casa o è ospite di altri? Vivendo con i genitori non invito nessuno a cena per una questione di riservatezza. Invece quando vivevo lontano da casa mi capitava spesso d’invitare qualche amico a cena, facevamo delle grandi “mangiate” di spaghetti alla carbonara, spaghetti aglio-olio-peperoncino, penne all’arrabbiata, salsicce grigliate e, in inverno, polenta con fagioli e bollito di manzo. Ha mai conquistato una donna cucinando? Di solito la prima volta che esco con una donna si va a cena fuori, si mangia una pizza e un dolce oppure un gelato. Il saper cucinare mi ha però aiutato a consolidare il rapporto di coppia e farmi apprezzare per questa qualità che, da quello che mi risulta, hanno pochi uomini. Vivrebbe con una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? Sarebbe molto difficile. Non amo essere servito e riverito, non pretendo di arrivare a casa e trovare pronto il pranzo o la cena ma nemmeno vivere con una donna che non sa preparare neanche un uovo al tegamino. Quando ha scoperto questa sua passione? Quando, nel 2000, mi sono trasferito in un’altra città per studiare. Vivevo con altri due studenti e ho imparato a cucinare anche guardando loro. Più che una passione, per me cucinare è un divertimento. Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? I primi cibi che ricordo sono minestrine e pastine, quelle che si danno ai bambini. Ha un piatto che ama e uno che detesta? Amo la pastasciutta, sia quella di grano duro che quella all’uovo. Un cibo che proprio non amo sono le melanzane. Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Nessun colore in particolare. Come ho detto non amo le melanzane, di colore viola, e non amo l’insalata russa, che di colori ne ha parecchi. Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa stare concentrato a scrivere? Non ho nessun rito scaramantico legato al cibo, anche quando sono in fase creativa mangio come al solito. Amo il caffè ma cerco di non berne più di due al giorno. Non prendo bibite energetiche, non mi piacciono le bibite gassate. Scrive mai in cucina? Qualche volta mi è capitato, soprattutto quando scrivo articoli su un argomento di attualità, politica o sport, articoli che poi pubblico sulla mia pagina facebook e che, a volte, invio ad un giornale on-line che si chiama varese7press.it Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? Tenga presente che scrivo usando la penna e il quaderno, davanti al monitor del computer l’ispirazione non arriva. Solo dopo aver terminato la stesura manuale e la revisione del testo riscrivo tutto sul PC. Fatta questa precisazione, mi capita di scrivere quasi sempre o sulla scrivania della camera oppure sul tavolo che ho in salotto. Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Non amo i cibi pronti, detesto i fast-food e non solo per il fatto di averci lavorato per due anni. Piuttosto che comprare del “cibo-spazzatura” come quello che propongono certi posti mangio un’insalata e una scatoletta di tonno. Tuttavia ci sono anche cibi pronti che mi piacciono come la piadina romagnola e gli arancini di riso siciliani, senza dimenticare i panini con la salamella cotta sulla griglia. Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Mangerei sempre pastasciutta, affettati di maiale e vino rosso. Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? È un aneddoto molto simpatico, uno dei primi ricordi che ho della mia vita. Era il 1983, avevo un anno e mezzo ed ero in vacanza con i genitori a San Benedetto del Tronto. Nell’albergo servivano il pranzo alle 13 e io a quell’ora ero affamato come un leone, così non appena mi sistemavano nel seggiolone iniziavo a picchiare la forchetta sul tavolino urlando “Pappasciuppa! Pappasciuppa!” Che tenero! Lei è uno scrittore di narrativa, sia per adulti che per bambini, quando esce a cena con gli amici che tipo di locale preferisce? E quando esce con sua moglie e i suoi figli? Quando esco con gli amici andiamo a mangiare la pizza oppure, raramente, andiamo al ristorante cinese. Quando avrò moglie e figli potrò rispondere alla seconda domanda (risata). Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale? Se esco solamente per bere qualcosa ordino una birra, se c’è quella scura la bevo più volentieri rispetto alla “bionda”. Se invece devo cenare in un locale ordino una pizza oppure le bruschette con pomodoro fresco, olio e basilico. Se invece mi trovassi in un ristorante di lusso ordinerei qualcos’altro, tipo un risottino allo champagne e un filetto di manzo in crosta. Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Ho presentato il libro in due manifestazioni organizzate da un’associazione che si chiama La Voce dei Conigli. Alla prima presentazione ci hanno pensato le ragazze dell’associazione a organizzare un buffet vegano mentre la seconda presentazione è avvenuta all’interno di un parco che ospitava altre manifestazioni e c’erano i classici camioncini degli ambulanti che vendevano cibo e bevande. Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo? Sono all’antica, non mi piacciono gli happy-hour con cocktail, spritz e cibi d’ogni genere. Per me l’aperitivo è composto da un buon bicchiere di prosecco, patatine e noccioline salate. Ha mai usato il cibo in qualche storia? Se ne parla sia in questo libro sia nel precedente ma in modo molto marginale. Ad esempio in CON L’AMORE DI UN CONIGLIO ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo? Poche righe. Il cibo è mai co-protagonista? Non lo è stato in questo romanzo e nemmeno in quello precedente come pure non lo sarà nel racconto per bambini che uscirà quest’estate. Può essere invece che, in un prossimo romanzo, il cibo sia un co-protagonista. Chissà… Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella che le riesce meglio? Non è nulla di speciale o di personale ma è semplicemente la ricetta per preparare gli SPAGHETTI ALLA CARBONARA, mi piacciono parecchio e mi ricordano le cene con gli amici ai tempi in cui ero studente. *RICETTA* Ingredienti: 400 gr. di spaghetti 150 gr. di pancetta magra o guanciale di maiale 2 tuorli d’uovo 40 gr. di burro pecorino o parmigiano grattugiato pepe Procedimento: mettere una pentola d’acqua sul fornello e, quando l’acqua bolle salarla, e buttarci gli spaghetti. Mentre gli spaghetti cuociono, tagliare a cubetti la pancetta o il guanciale. Dopo averli tagliati, farli rosolare in un tegame insieme al burro e al pepe. Quando gli spaghetti sono cotti (circa 10 minuti), scolarli e versarli in una zuppiera di coccio o di plastica dove sono stati messi i due tuorli d’uovo e il pecorino o parmigiano grattugiato. Versare la pancetta o il guanciale nella stessa zuppiera, mischiare bene e servire condendo il tutto con pepe e formaggio.
Quale complimento le piace di più come cuoco? Mi piace sentire una ragazza che mi dice: cucini bene per essere un uomo. E come scrittore? Ho provato una grande soddisfazione quando due lettrici che tra di loro non si conoscevano mi hanno detto entrambe: grazie al tuo libro ho ricominciato a leggere. Noi scrittori, per così dire, esordienti, possiamo avvicinare o riavvicinare molte persone alla lettura se solo i nostri libri fossero più pubblicizzati e più conosciuti. Molte persone non leggono o perché la lettura gli ricorda troppo la scuola dove i professori li costringevano a leggere libri lunghi e noiosi oppure perché sono stanchi di trovare in libreria sempre gli stessi autori. Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? È una frase tratta dal capitolo 11 di CON L’AMORE DI UN CONIGLIO. “Ci vuole un aiuto per tornare a sperare, a vedere la luce della vita. E quell’aiuto lui lo aveva trovato in un’animale che pesava poco più di un chilo, che si muoveva saltellando, che mangiava qualunque cosa a qualunque ora.” Grazie per la sua disponibilità. Consiglio di leggere questo libro per la sensibilità e gentilezza dell’autore che si riversa a piene mani in un testo profondo e insieme delicato. Io ho avuto un coniglio domestico e posso assicurare che è un animale molto intelligente. Federica Gnomo Twins
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