Magazine Libri

IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Linda Bertasi, “Il profumo del sud”, Butterfly Edizioni, 2013

Creato il 11 marzo 2014 da Gnoma
IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Linda Bertasi, “Il profumo del sud”, Butterfly Edizioni, 2013 Oggi salutiamo e ringraziamo l‘autrice Linda Bertasi, “Il profumo del sud”, Butterfly Edizioni, 2013 per averci aperto la porta della sua cucina e regalato una ricetta di TIRAMISU' senza uova :)
IN CUCINA CON LO SCRITTORE: Linda Bertasi, “Il profumo del sud”, Butterfly Edizioni, 2013
AUTORE: LINDA BERTASI
EDITORE: BUTTERFLY EDIZIONI/  ISBN:  978-88-97810-21-6ANNO DI PUBBLICAZIONE:  MAGGIO 2013/ PAGINE: 226/ PREZZO: € 14,00 (CARTACEO)/ DOVE TROVARLO: http://www.blomming.com/mm/ShopButterflyEdizioni/items/il-profumo-del-sud?page=1&view_type=thumbnail in tutti gli store online e nelle librerie indicate sul sito de Butterfly Edizioni.
SINOSSI:  Luglio 1858. Un piroscafo prende il largo dal porto di Genova verso il Nuovo Mondo. Sul ponte, Anita vede la terraferma allontanarsi e, con essa, tutto il suo passato: una famiglia alla quale credeva di appartenere, i suoi affetti, una scomoda verità. A condividere il viaggio con lei, la matura Margherita e il suo protetto, il seducente Justin Henderson. Giunti in America, Margherita convince Anita ad essere sua ospite per qualche tempo, nella sua dimora a Montgomery. La ragazza accetta, sicura di dover ripartire al più presto. A farle cambiare idea saranno le bianche colline del Sud e un tormentato amore più forte delle sue paure. All’orizzonte, l’ombra oscura della guerra civile. Linda Bertasi scrive un romanzo che dell’Ottocento ha il sapore, un romanzo nel quale la Storia non è semplice sfondo ma protagonista attiva della vicenda. Narrativamente impeccabile, emotivamente travolgente, Il profumo del sud è una storia di passione: quella per la terra alla quale sentiamo di appartenere e quella per la persona che siamo destinati ad amare.
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? Salve e grazie per avermi ospitato nel suo blog. Io amo mangiare, forse troppo, ma ancor di più amo cucinare, in particolar modo i dessert.
Lo fa per dovere o per piacere? I pasti quotidiani più per necessità che per piacere, costretta ai ritmi frenetici di tutti i giorni, ma la domenica è un piacere dedicarmi a confezionare manicaretti per la mia famiglia.
Invita amici o è più spesso invitato? Direi che è uno scontro alla pari, sono invitata ma invito spesso anche io.
Ha mai conquistato amici o una donna( uomo) cucinando? No, o meglio non credo, ma ammetto che mio marito è sempre piacevolmente deliziato dalla mia cucina, quindi chissà … potrei averlo conquistato inconsciamente sotto questo aspetto.
Vivrebbe con  una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli? Ci vivo già: mio marito più di un piatto di pasta e una braciola non sa fare.
Quando ha scoperto questa sua passione? Ho sempre aiutato mamma in cucina, ricordo che la domenica facevo sempre il risotto e quest’abitudine mi ha seguito anche quando ho abbandonato il tetto materno. Per non parlare delle torte, le facevo sempre per i miei genitori e per i parenti, in occasione di feste e compleanni o anche solo per una cena in famiglia.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Come ho detto aiutavo mamma in cucina. Il primo dessert che ho realizzato è stato il mascarpone, con una ricetta ereditata dalla mia prozia. Ricordo che all’inizio avevo annotato tutti gli ingredienti e la preparazione su un foglietto e lo seguivo scrupolosamente, ogni domenica mattina. Allora, c’era ancora il mitico Mascarpone Fiorello.
 Ha un piatto che ama e uno che detesta? Il tiramisù è il mio preferito e non sopporto le svizzere, assolutamente immangiabili.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Il bianco, essendo allergica a quasi tutti i tipi di formaggio.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere? No non mangio mai mentre scrivo, né prima, né dopo.
Scrive mai in cucina? Non scrivo in cucina, ma correggo. Quando devo rivedere un capitolo o un testo, ho la mia postazione accanto al fornello. E’ eccezionale per scovare anche il più piccolo errore.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? Sempre davanti al pc, nella cameretta della mia bimba. Di solito scrivo nelle prime ore del pomeriggio, quando ho la pausa dal lavoro, e, a volte, durante la notte.
 Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura? Di solito cucino sempre a pranzo e cena, ma non nascondo una passione smodata per pizza, snack e tutti quei cibi prelibati ed estremamente calorici.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Amo il dolce ma non sempre posso permettermelo.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? Qualche aneddoto particolare no, ma come ho detto prima amo cucinare la domenica e sto trasmettendo questa passione anche alla mia bimba, nonostante la sua tenera età: appena due anni. Per Natale abbiamo preparato insieme la Stella di mascarpone, nel vero senso della parola: lei stendeva il mascarpone e io componevo la stella di Pandoro. E ogni domenica, armata di pentolino e mestolo, mi aiuta in cucina, prende la sua sedia e si posiziona di fianco a me: anche lei deve cucinare il suo risotto un po’ speciale.
Lei è una scrittrice di  narrativa, che spazia anche spaziando tra rosa, fantasy e storico, quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con suo  marito?  Solitamente prediligiamo le pizzerie e, quando esco con mio marito, quasi sempre andiamo al ristorante cinese. Ci piace immensamente quel cibo.
Oppure per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale? Un piccolo buffet con pizzette, salatini, qualche pasticcino. Qualcosa di semplice ma allettante.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Trovo che offrire qualcosa da sgranocchiare sia piacevole e contribuisca ad ammorbidire il clima e rompere il ghiaccio. E’ sempre gradevole avvicinarsi grazie al cibo.
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo? Gli aperitivi, a casa mia, sono standard: patatine, olive e tante bollicine.
Ha mai usato il cibo in qualche storia? Quasi sempre è stato il contorno se i personaggi si riunivano per una cena o una colazione, un pretesto per incontrarsi e interagire. Per tirare fuori vecchi scheletri o vivere un momento d’intimità famigliare.
Ad esempio in  “Il profumo del sud” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo? Nel mio romanzo, il profumo domina tutto il libro e compare anche nel titolo, ma si riferisce al profumo delle camelie, delle fragole e del gelsomino, delle felci e del muschio. Il profumo della terra più che di una pietanza. Tuttavia, ci sono passi che menzionano il cibo come la colazione a bordo del piroscafo che conduce la protagonista nel Nuovo Mondo o le cene durante le ricorrenze. C’è una scena in particolare dove la protagonista aiuta un’amica a confezionare una torta al cioccolato per il marito e, naturalmente, una menzione è fatta alle pannocchie e alla prima volta che la protagonista ne assaggia una, essendo ambientato nel 1858 in Alabama, tra schiavi e piantagioni di cotone.
Il cibo è mai protagonista? Come ho detto prima, il cibo è attivamente presente in due scene: quando confezionano una torta al cioccolato e la protagonista, grazie all’odore nauseante, si riscopre gravida e quando  si accosta per la prima volta a una pannocchia, scoprendo il gusto delicato e particolare del mais.
“Il profumo del sud” a che ricetta lo legherebbe, e perché? Forse a una bella polenta, magari profumata con qualche erba aromatica. Il mio romanzo parla innanzitutto della terra e delle origini, quindi penserei a prodotti semplici partoriti dalla natura.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio? Pensavo che non l’avrei mai svelata e invece decido di farvi dono del mio  TIRAMISU’ SENZA UOVO (Una ricetta perugina) INGREDIENTI: MASCARPONE 500 gr. SAVOIARDI AMARETTI (piccoli) CAFFE’ LIQUORE(Glend Grant o Chivas) 2 cucchiai ZUCCHERO 2 cucchiai CACAO in polvere 1 scacco di CACAO FONDENTE
PREPARAZIONE: In una terrina dalle sponde alte versare il mascarpone e stemperarlo con un cucchiaio, aggiungere lo zucchero e, con un frullino, frullare a media velocità sino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungere due cucchiai di liquore e mescolare dal basso verso l’alto. Unire due cucchiai di caffè(Raffreddato precedentemente) e mescolare velocemente, sempre dal basso verso l’alto. Tagliare il cioccolato con un coltello da cucina, in modo da ottenere tante scaglie più o meno grandi, a piacere. Unire il cioccolato al mascarpone. Su un piatto o in una pirofila, disporre i savoiardi precedentemente bagnati nel caffè, unire un primo strato di mascarpone. Porre sopra il composto gli amaretti(a piacere) precedentemente imbevuti nel caffè e ricoprire con un secondo strato di mascarpone. Coprire con il composto anche i lati del dessert e spolverare la parte superiore con del cioccolato amaro in polvere. Decorare a piacere. Riporre in frigorifero e lasciarlo riposare per almeno 8 ore.
Quale complimento le piace di più come cuoco? Più che un complimento mi bastano i piatti vuoti, quando nessuno parla e si sente solo il rumore delle forchette che cozzano contro i piatti, ho fatto centro.
E come scrittore? Sapere che qualche lettore si è emozionato nel leggere le mie storie o si è sentito vicino a un personaggio è il massimo per me, perché questo vorrei trasmettere quando scrivo.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? Io ho cercato di rendere mia una frase di Jane Austen, autrice che venero da sempre: ‘scrivi solo di ciò che conosci’. E’ un po’ la mia filosofia in ambito letterario, scrivere degli ambienti che si sono frequentati o toccati con mano, ricercare sino allo sfinimento ma presentare al lettore una storia ricca di particolari che coinvolgano il lettore. Non raccontare solo una vicenda ma mostrarla davanti ai suoi occhi, farlo entrare nel libro e vedere con i suoi stessi occhi il mio mondo.
Grazie per la sua disponibilità   Grazie per questa bellissima intervista, molto diversa e originale rispetto a tutte le precedenti che ho rilasciato. Complimenti, un saluto a tutti i lettori del blog e voglio sapere com’è venuto il dolce. Lascio un mio recapito: [email protected]


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine