Magazine Cucina

IN CUCINA CON LO SCRITTORE Maurizio Milazzo, autore de "La Pietra di Cesare", Nulla Die, 2014

Da Gnoma

Interviste culinarie di Federica Gnomo Twins
Oggi salutiamo e ringraziamo l’autore Maurizio Milazzo per averci aperto la porta della sua cucina.
“La pietra di Cesare” è il secondo romanzo di Maurizio Milazzo pubblicato, nel 2014, per la casa editrice siciliana indipendente Nulla Die. Si tratta del secondo episodio della narrazione della vita avventurosa dell’uomo comune “Nicola Enaldi”. Il romanzo, scritto in forma brillante, è un romanzo giallo/storico/fantascientifico con tratti d fantapolitica (forse non troppo “fanta”).
In questo episodio, Nicola Enaldi è un giovane sviluppatore impiegato in una software house romana; bloccato nel traffico, decide di fare una passeggiata ai Fori Imperiali e qui si addormenta. Lo sveglia Aulo Tiberio Manlio, centurione della Nona Legio Hispana, che lo salva da un borseggio. Come un novello Olandese Volante, Aulo bracca da duemila anni Sesto Nasone, ultimo sopravvissuto fra i congiurati contro Giulio Cesare. Nicola, mettendo a repentaglio il suo lavoro, aiuterà l'uomo nell'impresa. Il corso dell'azione svelerà che il malvagio Sesto Nasone, grazie ai poteri della Pietra di Giove proveniente da Stonehenge, si cela nella Roma del XXI secolo sotto le spoglie di un uomo politico. Con l'aiuto di amici e colleghi Nicola riuscirà a scompigliare le trame del malvagio Nasone, permettendo al centurione di conseguire la sua vendetta.
Per acquistarlo on-line : https://nulladie.wordpress.com/2014/06/12/la-pietra-di-cesare/ Oppure : http://www.ibs.it/code/9788897364962/milazzo-maurizio/pietra-cesare.html
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare? È uno dei piaceri della vita! Si, mi piace mangiare bene e anche cucinare.
Lo fa per dovere o per piacere? È sempre un piacere cucinare, è un’attività creativa, la stessa pietanza non si cucina mai allo stesso modo…anche per mancanza d’ingredienti (…ecco cosa dovevo fare…la spesa!).
Invita spesso amici a casa o è ospite di altri? Invito spesso gli amici a casa e sono loro ospite a mia volta; ma con gli amici si sta più spesso a casa mia, perché ospito anche un gatto e un coniglio che non possono sempre essere lasciati soli.
Ha mai conquistato una donna cucinando? No, non ne ho avuto il tempo, mi son sposato a 23 anni e dopo due anni e mezzo di non fidanzamento (si poiché la non fidanzata che è diventata mia moglie, alla domanda “ci mettiamo insieme” mi ha sempre risposto di no)
Vivrebbe con una compagna che non sa mettere mani ai fornelli? Non credo che ci riuscirei, la cucina è passione e se non si condividono le passioni è difficile andare avanti.    Quando ha scoperto questa sua passione? Dopo il matrimonio quando abbiamo cominciato a preparare le cene per gli amici, essendoci sposati giovani, la nostra casa è diventata il punto di riferimento della comitiva, e ancora lo è per amici, figli e amici dei figli…questa casa è un albergo!
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo? Tornando con la memoria a quando ero bambino, ricordo le orecchiette e la  pizza fatta in casa dalla mia nonna materna pugliese e le brioches con il gelato al pistacchio che mangiavo andando a trovare la mia nonna paterna in Sicilia e il profumo dei forni di Porto Empedocle che ho ritrovato solo lì.
Ha un piatto che ama e uno che detesta? Ci sono tanti piatti che amo: la pizza ha sempre un posto privilegiato nelle mie preferenze, ma amo anche i primi a base di pesce o di verdure e i crauti con speck e bacche di ginepro. Non c’è un piatto che detesto, ma non amo i piatti composti da troppi ingredienti
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano? Non saprei, non mi faccio condizionare dal colore, semmai dall’odore.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale che la fa stare concentrato a scrivere? Un rito scaramantico no, porta male. Scherzi a parte, non riesco a mangiare mentre scrivo, mangiare per me è un piacere, quando mangio mi dedico esclusivamente al cibo; inoltre, dovendo scrivere in seconda serata, mangiare sarebbe deleterio; al massimo sorseggio un tè o una tisana. 
Scrive mai in cucina? No, troppe tentazioni (pane e marmellate fatte in casa, tranci di speck…) .
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale? In salone, quando tutti sono andati a letto, il coniglio è chiuso nella sua recinzione sul terrazzo e il gatto ronfa sul divano, ecco, in quell’inconsueta quiete domestica cerco di realizzare quanto mi è venuto in mente durante la giornata.
 Si compra cibo pronto (tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?  No, anche perché non posso dedicare molto tempo alla scrittura, al massimo due ore, e in quel tempo sono talmente concentrato che non ho lo stimolo della fame.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce? Prima di scrivere il cibo salato, dopo la scrittura cibo dolce; praticamente antipasto e dolce per inframezzare il pasto letterario. Carina l’immagine di pasto letterario!
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa  particolare che le è accaduta? Una scena che ho raccontato, esasperandola, nel libro “Strada Facendo”; da studente ho fatto il barman in un albergo, come lavoro stagionale, non c’erano ancora tutti i tipi di caffè che ci sono oggi al bar, ma qualche cliente iniziava con le richieste di caffè personalizzato, macchiato caldo in tazza fredda, ecc. Così quando un cliente mi faceva una richiesta del genere io cominciavo a chiedergli maggiori specifiche sul prodotto che mi aveva chiesto (ad es. caffè corto o ristretto? Normale o decaffeinato, schiumato? Corretto?), così alla fine mi chiedeva solo un caffè.
Lei è uno scrittore, quando esce a cena con i suoi figli, o amici  che tipo di locale preferisce? E quando esce con sua moglie? Quando esco con i figli (ne ho tre) e quindi anche con i rispettivi fidanzati/fidanzate, preferisco una pizzeria, la pizza piace a tutti e poi è un luogo molto informale. Quando esco con mia moglie amo i ristoranti con pochi tavoli, con una calda atmosfera e una cucina che tenda alla qualità piuttosto che alla quantità, preferibilmente una cucina a base di pesce.
E per festeggiare una pubblicazione?  Cosa tende a ordinare in un locale? Una parmigiana di pesce spada ma anche una semplice pasta (si fa per dire) cacio e pepe.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti? Quando il posto lo permette sì. Davanti a un buffet si abbattono le barriere tra scrittore e lettori, si è tutti dalla stessa parte del tavolo ed è più facile conversare
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo? Mi comporto con il cibo allo stesso modo della scrittura, come in una presentazione non si deve saziare il lettore ma bisogno stuzzicare il suo appetito letterario, lo stesso vale per il buffet che prevede solo un aperitivo o dei dolci (dipende dall’orario della presentazione)
Ha mai usato il cibo in qualche storia? Sì, i miei personaggi hanno i vizi e le virtù che abbiamo tutti, quindi qualcuno di loro ama mangiare, dire che in tutti i miei romanzi il cibo è un co-protagonista.
Ad esempio in “La Pietra di Cesare” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo? Certamente! Ci si imbatte spesso in piatti di cucina, in questo caso particolare, anche nella cucina degli antichi romani. Nel libro si decanta la porchetta di Ariccia, ma anche il kebab indiano. Nel libro ci sono storie di vita quindi di cibo.
Il cibo è mai co-protagonista? “La Pietra di Cesare” a che ricetta lo legherebbe, e perché? A quella del polipo affogato, c’è un personaggio, Mara Darelli, che descrive la ricetta di sua madre, dalla tradizione della cucina napoletana.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta speciale? Quella che le riesce meglio? *Marmellata di Cedro* (1,5 Kg di Cedri biologici, 1Kg di zucchero integrale di canna, 1 mela biologica) Lavare i cedri e riporli in un contenitore immergendoli in acqua; con uno stuzzicadenti forare i cedri in più punti. Lasciarli immersi per 3-4 giorni avendo la cura di cambiare l’acqua tutte le sere. Sbucciare i cedri e far bollire le bucce per 3 volte, gettando via, ogni volta, l’acqua di cottura.
Tagliare i cedri, avendo cura di eliminare i semi, e frullare sia polpa che frutta (potrebbe essere necessario aggiungere un po’ d’acqua a seconda dello strumento utilizzato per l’operazione). Cuocere, a fuoco bassissimo, quanto avrete frullato insieme allo zucchero (versatene poco alla volta, mescolando lentamente); sbucciare la mela, tagliatela a metà per eliminare i semi ed immergerla nella pentola, serve per addensare la marmellata evitando di ricorrere alla pectina. Mentre la marmellata cuoce, lavate accuratamente barattoli e coperchi e poi immergeteli in una pentola in modo che siano completamente ricoperti dall’acqua, fateli bollire almeno per 20 minuti. Quando la marmellata sarà pronta riempite i barattoli fino all’orlo, dopo averli ben chiusi, capovolgeteli, lasciandoli in questa posizione per una ventina di minuti, in questo modo uscirà l’aria residua (un sottovuoto fatto in casa); una volta aperta va conservata in frigo, ma è un problema che normalmente non si pone ;-) È ottima per realizzare una crostata fatta col grano saraceno, come condimento di un’arista al forno e anche a colazione su una fetta di pane integrale. Grazie la proverò, sembra versatile e buonissima.
Quale complimento le piace di più come cuoco? Il miglior complimento per me è la richiesta della ricetta. E come scrittore? Quando mi dicono di essere stati catturati dal libro, di essersi riconosciuti in qualche personaggio, ma soprattutto quando mi dicono di averlo regalato a un amico o a un’amica.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina? Il Mondo era una pagina bianca, poi siamo arrivati noi e abbiamo cominciato a tracciare dei segni con un inchiostro indelebile, alcuni belli, altri brutti. Non c’è modo di cancellare quelli sgradevoli, possiamo solo migliorarli.
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Maurizio Milazzo – Biografia
Nato a Roma il 12 aprile 1968, dove si è diplomato come perito tecnico industriale specializzato in informatica. Lavora in Sogei nella gestione applicativa dei sistemi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Presidente dell'associazione Promoit Onlus(www.promoit.org), con la quale persegue progetti di solidarietà. Socio della Free Lance International Press, ha collaborato con riviste e periodici locali, ha scritto e condotto programmi radiofonici e programmi televisivi su network locali.  Tra le esperienze artistiche c’è anche il teatro: ha partecipato all’operetta “La pianella perduta nella neve” (1988 - Teatro dei Servi di Roma). Trascorre il tempo libero in campagna o in montagna. Trekking e Sci sono le sue passioni. Ha pubblicato la raccolta di racconti “Sogno o son destro? (incubi di un mancino) ” (2009), la raccolta di racconti “Rompete le righe…ma anche i quadretti”(2012), prima di approdare in  Nulla Die,  con la quale ha pubblicato i romanzi “Strada Facendo”(2013) e “La pietra di Cesare” (2014).
www.mauriziomilazzo.it   e-mail: [email protected]


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