Magazine Cucina
Oggi salutiamo e ringraziamo l’autore Sam Stoner, “L’amore, questo bastardo”edito da Chichili Agency, 2012 per averci aperto la porta della sua cucina.Vi garantisco che è una intervista molto particolare, l’autore è un uomo affascinante. “L’amore, questo bastardo” della serie That’s amore parla della menzogna maschile in amore. È scritto con uno stile ferocemente ironico, ricco di battute scorrette e cattive. La trama: Andrea, single incallito, conosce Giulietta, avvenente coetanea, con la quale inizia a vedersi. Uscita dopo uscita si crea tra loro un legame che spinge Giulietta a esternare un sentimento più profondo. Andrea, spaventato da un rapporto di coppia che comporterebbe responsabilità e la rinuncia alla vita da single, tenta di uscirne con la menzogna perdendo Giulietta. I due si incontrano di nuovo dopo tre anni.
La prima domanda di rito è: le piace mangiare bene? E cucinare?Mangiare è un’esperienza mistica. Misteriosa e totalizzante, capace di sedurre sensi, ragione e cuore. C’è un che di erotico. Quindi sulla mia tavola c’è solo il meglio, sempre. E mi piace cucinare, è una sorta di sofisticato autoerotismo culinario.
Lo fa per dovere o per piacere?Per puro piacere.
Invita amici o è più spesso invitato?Sono spesso invitato a portare i miei piatti e lo faccio volentieri, per sorprendere ogni volta il palato dei miei amici.
Ha mai conquistato amici o una donna cucinando?Sì, mi capita spesso di conquistare amici e di acquisirne di nuovi grazie ai miei piatti. Tuttavia, non mi è mai capitato di sedurre una donna. Una volta cucinai l’Amatriciana per un’amica brasiliana che si era trasferita da poco a Roma. Fece il bis, ma solo dei bucatini.
Vivrebbe con una compagna o un compagno che non sa mettere mani ai fornelli?Non credo di riuscire a convivere con una donna che si rifiuta di cucinare e ripeto, che si rifiuta. Perché cucinare oltre che una passione è anche mestiere, quindi chiunque può imparare a cucinare un piatto di spaghetti al pomodoro decenti. Anche una scimmia. Ma alcune donne si rifiutano di mettere mano ai fornelli. Le devote di Santa Insalata dei miei stivali.
Quando ha scoperto questa sua passione?Molto tempo fa mi capitò, per la prima volta nella mia vita, di rimanere in casa solo per due giorni. La pizza e i panini mi sostennero il primo giorno, il secondo, avendo a disposizione una cucina attrezzata e una dispensa piena di ingredienti di prima qualità, e non sapendo cosa farne, ripromisi a me stesso di imparare a cucinare.
Ci racconta il suo primo ricordo legato al cibo?I biscotti Plasmon dentro il biberon. Divini! Freud avrebbe da dire qualcosa in proposito.
Ha un piatto che ama e uno che detesta?Amo l’Amatriciana e detesto il pesce crudo (in tutti i sensi) e i piatti che provengono da fuori i confini nazionali. Siamo in Italia. Prima di provare le varie cucine etniche dovremmo provare gli ingredienti e le ricette di tutte le nostre regioni, ma la gente ha questo folle culto esterofilo anche nella cucina. Quando vedo scritto Kebab per le vie di Trastevere ho raptus omicidi.
Un colore dominante proprio di cibi che la disgustano?Il blu e il grigio, c’è da preoccuparsi ad avere cibi di questo colore nel piatto.
Quando è in fase creativa ha un rito scaramantico legato al cibo? Prende caffè? O tè, una bibita speciale per stare fermo a scrivere?Prima di scrivere devo mangiare, scrivere comporta una fatica immane non è come fare il cruciverba.
Scrive mai in cucina?È capitato. Questo perché il cibo mi aiuta a concentrarmi.
Altrimenti dove ama scrivere? e a che ora le viene più naturale?Solitamente scrivo nello studio. Inizio alle prime ore del giorno, verso le sei del mattino.
Si compra cibo pronto ( tramezzini, pizza, snack) o si cucina anche quando è molto preso dalla scrittura?Mai! Che il cielo cancelli dalla Terra i cibi preconfezionati. Cucino sempre, anche nel furore del momento creativo.
Che tipo di cibo desidera di più quando scrive ed è preso dal suo lavoro? Salato o dolce?Dipende se è mattino o pomeriggio. Al mattino il dolce, nel pomeriggio il salato.
Ha un aneddoto legato al cibo da raccontarci? O una cosa carina e particolare che le è accaduta? In una cena a casa di amici decisi di portare una lasagna. Una mia amica mi disse che ci sarebbe stata anche una ragazza che mi aveva dato il “due di picche”. Sapendo del suo terrore per gli insetti, dopo aver fatto le porzioni, infilai nel suo piatto, tra una sfoglia e l’altra, un bacherozzo finto che avevo acquistato per l’occasione. Saltò dalla sedia! Credo che abbia eliminato, oltre me, anche la lasagna tra ciò che le piace.
Lei è uno scrittore di commedie e noir quando esce a cena con i suoi figli, o amici che tipo di locale preferisce? E quando esce con sua moglie (o la sua compagna, marito, ecc)?Oppure per festeggiare una pubblicazione? Cosa tende a ordinare in un locale?Quando esco preferisco andare in enoteche o comunque locali dove la qualità del cibo è massima. Poi ci sono alcune trattorie e pizzerie che sono un punto fisso. Non importa abbuffarsi, per deliziare il palato basta anche una semplice bruschetta al pomodoro, con pane di Terni, olio extravergine di frantoi certificati e pachino freschi.
Nelle sue presentazioni offre un buffet? Pensa sia gradevole per gli ascoltatori intervenuti?Il buffet è essenziale. Persino i giornalisti non si presentano senza la certezza che si mangerà. La prima domanda che fanno tutti a Roma è “Se magna?”
Tende a fare un aperitivo con due olive e patatine o a offrire quasi un pasto completo?Se possibile, mi piace offrire un buffet ricco e piacevole.
Ha mai usato il cibo in qualche storia?Nei miei racconti e romanzi il cibo è sempre presente. Tutti i miei protagonisti maschili amano cucinare e mangiare bene. Ci infilo sempre qualche piatto tipico regionale, ricette semplici ma significative.
Ad esempio in “L’amore, questo bastardo” ci sono passi che ricordano cibi o profumi di cibo?Il cibo è mai protagonista?Il cibo non è protagonista ma in ogni mia opera inserisco sempre un scena che si svolge tra i fornelli, come appunto in questo romanzo. Andrea, il protagonista, cucina un piatto di spaghetti con pachino e basilico come cornice a una delle scene più importanti.
“L’amore, questo bastardo” a che ricetta lo legherebbe, e perché?Lo legherei a un piatto di penne all’arrabbiata. Piccante da andare a fuoco ma irresistibile.
Per concludere ci potrebbe regalare una sua ricetta? Quella che le riesce meglio?Volentieri, propongo PASTA E FAGIOLI CON LE COTICHE, ricetta semplicissima nella quale hanno un’importanza cruciale gli ingredienti e l’amore nella preparazione. Consiglierei i fagioli di Sorana secchi da mettere a bagno dalla sera precedente. In un tegame di coccio si mette olio extra vergine di oliva, sedano, carote, cipolla e prosciutto (o lardo), si lascia dorare la cipolla e si aggiungono le cotiche (precedentemente lessate, pulite e tagliate a strisce) e i pomodori San Marzano puliti dai semi e sale. Aggiungete i fagioli, coprite con acqua e lasciate bollire per un paio d’ore. Al termine, passate una piccola quantità di fagioli e mettete nella pentola i maltagliati (possibilmente fatti in casa con acqua e farina). Qualche minuto per la cottura della pasta, unite i fagioli passati e impiattate. Sulla tavola non dovranno mancare pepe nero, olio extra vergine e piccoli crostini, non industriali! Basterà mettere le fette di pane fresco in padella per tostarlo.
Quale complimento le piace di più come cuoco? E come scrittore?Come cuoco il complimento maggiore è la richiesta di un bis, come scrittore mi bastano tre parole “ Mi hai emozionato”, non credo esista complimento più grande a prescindere dal genere che si scrive.
Che frase tratta dalla sua opera o dalla sua esperienza di scrittore possiamo portarci nel cuore uscendo dalla sua cucina?Il matrimonio nel 21° secolo priva noi uomini della proprietà assoluta del water e della cucina, c’è il rischio che diventino luoghi sterilizzati e inaccessibili. Meditate uomini.
Grazie per la sua disponibilità
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