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In diretta dalla nube

Creato il 10 maggio 2010 da Musicamore @AAtzori

Ebbene, anche io ho provato in diretta, cosa significa  sentirsi dire che l’aereo “forse non partirà a causa della nube creata dal vulcano islandese“!
Ieri sera , al nostro rientro da Wiesbaden-Francoforte, (dove siamo stati invitati col Teatro Lirico di Cagliari a portare la nostra musica-cultura italiana. V. post precedenti) abbiamo avuto notizie che la nube, fuoriuscita dal vulcano, avrebbe causato la chiusura dell’aeroporto.
L’idea di bivaccare chissà quanto non era delle migliori.
Le voci rimbalzavano da una parte all’altra dello scalo tedesco, diventando  ogni volta simili ma diverse. Sembrava il gioco del telegrafo che facevamo da bambini: uno diceva una parola nell’orecchio del compagno fino a raggiungere l’ultimo della fila, e quest’ultimo pronunciandola scopriva che si era trasformata in una frase dal significato completamente diverso da quello iniziale.
Dalle 15,30 fino alle 20 abbiamo passato il nostro tempo seduti nelle sedie e leggendo i cartelli da cui improvvisamente era scomparso il nostro volo charter.
L’angoscia ha cominciato ad attanagliarci. Le notizie erano fra le più varie: Francoforte 1
- la nube è arrivata in Germania, sta per chiudere anche quest’aeroporto.
- forse dovremmo prendere il treno e poi la nave, oppure pulmann più nave, ma l’idea di dover fare 1500 km e una notte in nave non andava giù a nessuno.
Poi sono cominciate le ipotesi dei così detti esperti:

- la consistenza della nube è stata studiata e se non raggiunge una certa densità gli aerei potranno partire ugualmente.

Inso

fancoforte 3
mma un vero incubo, ma ad un tratto le brutte notizie si sono dissolte perchè la nube, a causa di una corrente diversa dal previsto si è spostata lontano da noi e finalmente si è potuto procedere alle operazioni d’imbarco.
Una volta sull’aereo abbiamo potuto tirare un sospiro di sollievo anche se qualche turbolenza in volo non ci ha mantenuto proprio tranquilli.
Ho vissuto solo qualche ora di questo stato d’animo ma ho capito cosa hanno provato quei poveracci che hanno bivaccato per giorni senza notizie confortanti.


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