In empatia con Alan Ford

Creato il 01 dicembre 2013 da Chemako @chemako71
"Non hai mai letto Alan Ford?"
Lei sgrana gli occhi al punto da farli diventare grandi quanto le lenti tonde che separano il mio viso dal suo. Due grandi fari cerchiati dal verde della montatura mi inchiodano alla sedia del bar. Dissimulando maldestramente disinvoltura, sorseggio un po' della mia birra rossa e rispondo:
"Beh, no. Non mi è mai capitato..."
"Allora devi leggerlo assolutamente! Vedrai che ti piacerà!"
Ed è così che la mia amica mi rifornisce di una sostanziosa quantità di albi di Alan Ford.
E io mi perdo nelle (dis)avventure di questo improvvisato agente segreto e dei suoi scalcinati compagni, usciti dalla prolifica immaginazione di Max Bunker e dalle preziose mani di Magnus.
Scopro un mondo popolato da incredibili personaggi, in cui si mostra con stile grottesco la faccia assurda della realtà mescolando cinismo e ironia, paradosso e tragicommedia.
E io finisco coll'immedesimarmi un questo improbabile agente segreto, tanto imbranato quanto simpatico, tanto disorganizzato quanto ingenuo. Ed entro in una tale empatia con Alan Ford che, mentre sto leggendo Il dente cariato, secondo episodio della collana, il mio dente del giudizio ricomincia a dolermi, così come accade al protagonista. Mi devo rivolgere al mio dentista, sperando di non incappare in quello barbuto della storia che pone la seguente terrificante domanda ad Alan:
"Hai qualche preferenza o ne piglio uno a caso?"

No, non me la fa questa domanda. E tanto meno estrae due denti, come capita allo sfortunato agente segreto. La mia piccola operazione fila liscia ma provo un po' di disappunto quando vedo che il professionale dottore non mi applica il dente d'oro col microfilm che invece Alan ha la fortuna di vedersi impiantato.

Ah, quale meravigliosa avventura avrei potuto vivere! Invece, esco dallo studio un po' mesto e ancora leggermente dolorante nonostante l'anestesia. Mi guardo comunque a destra e a sinistra per evitare un possibile agguato dei tre loschi figuri che cercano di sottrarre il dente ad Alan. Non c'è nessuno in giro. Mi avvio verso l'auto e la mia contrarietà raggiunge l'apice: mi rendo conto tristemente che la bella Margot non sbuca fuori all'improvviso stringendomi fra le sue calde braccia e confondendomi con le parole:
"Baciami, Alan... Fammi sentire se hai sangue nelle vene..."
La risposta di Alan potrebbe essere tranquillamente farina del mio sacco:
"Eh?.. Credo di sì, sono anche stato donatore di sangue!"

Non mi resta che consolarmi andando al più presto a farmi una birra con la mia amica, sperando che nel bar non ci sia nessun Superciuk pronto a stenderci con la sua celebre fiatata alcoolica!

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