Fortunatamente (per noi posteri) gli arazzi di caccia del Devonshire sono sopravvissuti alla distruzione in quanto, nel 1840, il VI duca di Devonshire li aveva utilizzati per isolare le pareti della Long Gallery a Hardwick Hall. Ora fanno bella mostra di se nella Tapestries Gallery del Victoria and Albert Museum.
Devonshire Hunting Tapestry detail. Netherlands, 15th century. © Victoria and Albert Museum, London
Comunque. Una volta sono inorridita ascoltando una delle guide volontarie del museo raccontare ad un gruppo di visitatori che gli arazzi erano l'equivalente medievale/rinascimentale della televisone. Ma basta guardarli con un po' di attenzione per capire cosa intendeva dire quella signora con quell'affermazione filistea. Ci sono così tante cose che accadono contemporaneamente! La ricchezza di interazioni, il gioco degli sguardi e gli amoreggiamenti tra dame e cavalieri, le storie dei cacciatori e degli animali cacciati. Soprattutto c'e' la ricchezza dei dettagli dei meravigliosi costumi.
The Devonshire Hunting Tapestries, circa 1425-1430.
Con l'Inghilterra e la Francia impantanate nella Guerra dei Cent'Anni e l'Inghilterra alle prese con la Guerra delle Due Rose per gran parte del XV secolo, la moda europea a nord delle Alpi era dominata dalla scintillante Corte del Ducato di Borgogna, soprattutto durante il regno di Filippo il Buono (1419-1469) che controllava il sud dei Paesi Bassi, un'area famosa per la produzione di arazzi (anche i famosi arazzi della Cappella Sistina furono tessuti qui). Con l’annessione dell’Olanda e delle Fiandre, i duchi di Borgogna avevano accesso a tessuti provenienti dall'Italia e dall'Oriente e alle lane inglese che arrivavano a Bruges e ad Anversa. Gli abiti dei personaggi degli arazzi sono quelli indossati a corte, in particolare a quella di Borgogna. Certo, pare molto improbabile che qualcuno andasse a caccia vestito in modo così esotico (e scomodo). Ma chi sono io per dirlo? Io che non sono: a) nobile, b) detesto la caccia?Gli abiti delle donne avevano la vita alta e una profonda scollatura a "V" ed erano realizzati in tessuti di lana tinti con colori preziosi come il rosso, il verde e il blu intessuti d’oro. Il blu era un colore prezioso, difficile da ottenere e il fatto che in questi arazzi ce ne sia in abbondanza dimostra ancora una volta la ricchezza del proprietario. Il blu dei tessuti era ottenuto dal guado o dall’indaco, ma seppure bello non poteva competere con quello ricco e profondo derivato dai lapislazzuli che componeva la base per i pigmenti dei manoscritti miniati contemporanei come come la Très Riches Heures du duc de Berry. Il copricapo più stravagante della moda borgognona era l'hennin, un cono o cappuccio a forma tronco-conica che poteva arrivare ai 90 cm di lunghezza, rivestito in tessuto e sormontato da un velo da cui si svilupparono poi le fantasiose varianti a forma di mezzaluna indossate dalle dame in questione. Un modo come un altro per sembrare altissime senza dover indossare le scarpe con il tacco suppongo...