Immergiamoci alla scoperta del primo esperimento free to play della Casa di Kyoto
Free-to-play: un'espressione relativamente nuova nel mondo dei videogiochi, salita alla ribalta della cronaca soprattutto grazie al proliferare di smartphone e tablet, che, se per il giocatore casuale significa poco più che poter giocare a un po' di tutto eventualmente sborsando il denaro solo se seriamente interessato, nell'hardcore gamer spesso e volentieri causa senso di nausea, vomito, presagi di morte imminente del mercato così come l'abbiamo sempre conosciuto. Non è un mistero, d'altronde, che alcune case (stiamo guardando proprio te, Electronic Arts) mascherano dietro quest'invitante formula dei veri e propri sistemi succhiasoldi, che si lasciano giocare gratis quel tanto che basta ad affascinare per poi - zac! - colpire il portafogli pena la quasi totale impossibilità di andare avanti. E che dire poi dei cosiddetti "pay to win", e cioè quei giochi, molto spesso online, teoricamente fruibilissimi da chiunque ma che danno un vantaggio enorme a chi è disposto ad acquistare in moneta contante potenziamenti, personaggi e così via. Ma c'è poco da fare, il mercato tira, e sebbene sinora le console e le software house ad esse storicamente legate siano state piuttosto impermeabili alla cosa, i primi cedimenti s'iniziano a vedere; non poteva, anche per tutte le ultime questioni finanziarie, esimersi Nintendo, che però, come sempre, decide di fare le cose a modo suo. Un modo, come vedremo, almeno da questo punto di vista decisamente soddisfacente.
Viviamo tutti in un Nintendo 3DS giallo
Ricorderete che tra i titoli di lancio del portatile Nintendo figurava Steel Diver, uno strano ibrido tra simulazione di sottomarino e sparatutto action, con una bella visuale 2D laterale. Non certo il titolo più memorabile della storia, ma piuttosto divertente e in grado di costruirsi il suo numeroso gruppo di sostenitori. Per questa sua prima incursione nel mondo del free to play la Grande Enne ha deciso proprio di ripescare il marchio e l'ambientazione subacquea, imprimendo però una decisa virata al gameplay che ora si presenta in prima persona e totalmente in 3D, con una componente tattica più vistosa che non nel primo titolo, sebbene certamente ancora molto arcade.
Andiamo con ordine: avendo parlato di prima persona, intuirete subito che sullo schermo superiore ci sono le arene di gioco viste dagli "occhi" del sottomarino, mentre su quello inferiore campeggia in tutta la sua apparente complessità la plancia di comando. Le cose che si possono fare sono molte: ci si può muovere a destra e a sinistra, si può regolare la profondità e la velocità (tre livelli andando in avanti e tre a "marcia indietro", più un livello di stasi), si possono lanciare siluri normali, che sono infiniti ma devono essere ricaricati dopo un certo numero di lanci, e, previo agganciamento di un bersaglio, autoguidati (questi invece sono limitati e si possono rigenerare solo trovando alcune casse sparse per il livello), si può usare l'utilissimo sonar per individuare sul radar i vari obiettivi, si può vedere il mondo attraverso il periscopio e infine si può addirittura usare un'utilissima, seppur limitata dal consumo di una barra, funzione "masker" che vi rende totalmente invisibili, almeno fin quando non sparate un colpo. Sembra tutto molto complicato, e invece bastano pochi secondi per acclimatarsi coi sistemi di controllo presenti: che preferiate il touch screen, i pulsanti (c'è anche il supporto per il Circle Pad Pro) o una combinazione tra i due, in men che non si dica sarete dei provetti ammiragli, a testimonianza di una piacevole natura arcade del gioco. Natura arcade che si riflette pure sull'azione vera e propria: bisogna certo fare i conti con elementi fisici quali l'inerzia e la corrente dell'acqua, che concernono sia il sottomarino sia i siluri normali (non pensiate che basti semplicemente prendere la mira per mandare un colpo a segno), e con le caratteristiche di ogni mezzo - argomento che affronteremo in seguito - ma, per quanto non ne abbiamo mai pilotato uno personalmente, tendiamo a pensare che controllare un sommergibile vero sia una questione leggermente più complicata. E ovviamente questa, visto che stiamo parlando di un gioco per console e non di una ultra-complicata simulazione per PC, è una cosa buona.
Subbacqui!
Tutti questi comandi vi torneranno utili sia nelle missioni in single player che nel multiplayer online, vero cuore del gioco. Le missioni in singolo sono 21, divise per sette tipologie ognuna delle quali ha tre livelli di difficoltà differenti: non cambia in realtà solo il livello di sfida, ma proprio la forma delle arene e la presenza/disposizione dei nemici, per questo ci sembra giusto parlare di 21 missioni.
Non basta, perché ognuna oltre all'obiettivo di base ne ha anche uno extra, solitamente si tratta di completarla entro un tempo limite, che, soddisfatto, vi premia con un'onorificenza la quale a sua volta permette di sbloccare nuovi sommergibili dalle caratteristiche diverse e migliori. Le tipologie sono le più varie: dal percorso da effettuare centrando tutti i cerchi alla classica battaglia nella quale eliminare tutti i nemici; dallo scontro con un "boss" sino... alla chat Morse! Ebbene sì, simpatico complemento del gioco è la presenza della chat in codice Morse, che oltre ad essere al centro di una missione è anche il mezzo che si utilizza per fraternizzare prima di uno scontro online. Con tutti i limiti del caso, certo, ma conosciamo sviluppatori che solo sul codice Morse sarebbero in grado di costruirci un intero gioco. Un single player quindi piuttosto nutrito e anche parecchio ostico, perlomeno a voler completare tutto con tutte le medaglie. Ciò non toglie che il cuore del gioco sia la modalità online: scontri quattro contro quattro senza esclusione di colpi, in arene della forma più varia, con la possibilità di scegliere se giocare con utenti solo europei o di tutto il mondo, di livello simile al nostro o senza limiti (il livello ovviamente si alza in base al nostro curriculum online, fedelmente registrato nel Diario di Bordo, e anch'esso dà diritto a nuovi mezzi subacquei). Qui il titolo, ovviamente, dà veramente il meglio di sé: le battaglie contro avversari umani presentano il giusto mix di tattica e azione alternando momenti di frenesia ad altri più tranquilli ma ricchi di tensione, magari in agguato con il masker attivato aspettando che arrivi il nemico. Leggiamo in giro di svariati problemi di lag e disconnessioni, ma sinceramente nei numerosi giorni di prova non abbiamo avuto mai un'occorrenza del genere: in base alla nostra esperienza è promosso anche il netcode.
Steel Diver: Sub Wars - Trailer di annuncio
Free-to-dive
Quello che vi abbiamo descritto sinora è però il gioco completo, acquistabile dall'eShop al prezzo di 9,99 Euro. Allora in cosa consiste l'approccio originale al free to play di Nintendo? Esiste una versione gratuita di Sub Wars, limitata nelle feature ma, sorpresa, perfettamente godibile; una sorta di grande demo che dà accesso solo alle prime sei missioni del single player e solo a due sottomarini tra i tanti presenti, ma che permette di fruire dell'online play senza limiti di sorta. Certo, tra le quindici missioni singole della versione completa ce ne sono alcune tra le meglio riuscite, e, sicuro, i sommergibili più avanzati sono un'altra cosa rispetto ai primi due: più forti, più manovrabili, più veloci, con la capacità di imbarcare più ciurma (omini che troverete in giro per i livelli e che migliorano le caratteristiche del vostro Ottobre Rosso personale). Inoltre, scaricando la versione free, a cercare di convincervi a fare il passo successivo ci sarà nientemeno che Peppy O'Hare di StarFox, e questo a casa nostra si chiama "ricatto psicologico": ciò non toglie che siamo di fronte ad un modello estremamente onesto. Scaricate gratuitamente, provate estensivamente e, se vi appassionate, allora dieci Euro per contenuti anche di un certo rilievo sono una spesa giustificabilissima. Esistono anche cinque modelli di sottomarini storici acquistabili ognuno a un Euro, ma la loro attrattiva sta nel fatto di essere riproduzioni del reale e non danno alcun vantaggio concreto nelle sfide online. Terminiamo come al solito la recensione con un breve resoconto dell'aspetto tecnico, che non è niente di trascendentale. La grafica può ricordare a volte addirittura un Nintendo DS per modellazione poligonale di alcuni elementi e pulizia di certe texture, mentre sono molto carini alcuni effetti legati all'ambientazione acquatica; il sonoro, dal canto suo, si limita a fare il suo lavoro, sostanzialmente nella media ma con qualche effetto, come quello del sonar, d'atmosfera.
Pro
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Gameplay arcade con inflessioni tattiche
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Single player ricco e multiplayer appassionante
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Un approccio al free to play onesto e vincente
Contro
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Realizzazione tecnica con pochi spunti