In gamba!

Leggo oggi, in un profondo e argomentato articolo del Corrierone (talmente imperdibile che è già stato tolto dal sito e non lo trovo più) che gli shorts saranno il must have dell'estate. Già, il must have per chi, come me, deve fare i lavori in casa con la caldazza e vorrebbe evitare di sudare come un idrante, perché, per il resto, vorrei fare un calcolo statistico sulla percentuale di popolazione femminile mondiale che può permettersi di indossare in pubblico non più di quindici centimetri di tessuto tra ombelico e girocoscia senza sembrare quantomeno inopportuna. Sia chiaro, ognuno si mette ciò che gli pare quando gli pare, però, signori giornalisti di moda, poi non lamentatevi se in giro se ne vedono di ogni. E la colpa è vostra, che qualche anno fa avete sdoganato la braghetta al ginocchio, quella che io portavo, di jeans sapientemente sfilacciato, a quindici anni per andare al campo estivo dell'oratorio, quella che ammazza anche le gambe chilometriche di Naomi Campbell e che avete tentato anche di farci passare come l'alternativa al tubino per il tailleur gggiovane. Poi è stata la volta dei leggings, e ancora ne paghiamo le conseguenze, ché se all'inizio il caro vecchio fuseau serviva per mimetizzare gambe non proprio perfette sotto maxi maglie, ormai la maxi maglia è andata a farsi benedire e nessuna donna sotto i centocinquanta chili si sente esentata dal mostrare qualche etto di cuscinetti inguainato in cotone elasticizzato, magari in versione estiva più leggera e trasparente. Poi, è ovvio che una donna dotata di cognizione di causa, dopo l'iniziale acquisto sconsiderato da fashion victim, si osservi nello specchio a mente fredda e mediti di suicidarsi soffocandosi con un bombolone alla crema. Quindi, per piacere, cari giornalisti di moda di cui sopra, quando ci mostrate festanti un nuovo capo di abbigliamento, dotatelo per cortesia del famigerato bollino da programma televisivo: verde per tutte, giallo solo se accompagnate da misure idonee, rosso esclusivamente per strafighe. Almeno, se devo farmi venire gli incubi, che io lo sappia prima.