Le prossime elezioni presidenziali in Gambia ci saranno a dicembre ma il presidente uscente è già sceso in campagna elettorale parlando ufficialmente ,più volte, alla nazione.
Yahya Jammeh è un autentico dittatore e la cosa in Occidente è più che notoria.
Salito al potere nel 1994, con le solite manovre che ben conosciamo essere in uso in certe nazioni africane, è stato rieletto alla guida del Gambia ben quattro volte di seguito.
Egli, musulmano fondamentalista, annienta impassibile i suoi avversari politici con ogni mezzo e sostiene, da sempre, che il suo potere deriva direttamente da Dio.
Parlando in questi giorni alla sua gente è stato molto esplicito a proposito dell'Occidente che lo accusa di non rispettare i diritti umani.
Ciò a lui- ha sottolineato - non fa alcun problema anche perché considera gli occidentali inadatti, da colonizzatori quali sono stati a suo tempo in Africa, a esprimere giudizi in merito.
Come capo unico del suo partito parla di rinnovamento eccezionale negli anni a venire per il Paese e fa sognare a occhi aperti la povera gente ma è ovvio che sono solo parole.
Le accuse gravi che gli vengono mosse dall'opposizione sia interna che esterna sono le sparizioni forzate, di cui i suoi sgherri sono abili esecutori, assassinii di non si conosce mai la mano omicida, esecuzioni pubbliche effettuate senza regolari processi (nel Paese ovviamente vige la pena di morte) e una stampa assolutamente imbavagliata.
Peggio di così non ci può essere altro ancora (tranne fame e malattie endemiche, che pur ci sono e ci sono per i più) e a Banjul, come recita l'adagio, non c'è dubbio purtroppo che non si muove foglia che Yahya Jammeh non voglia.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)