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In giardino raccontando di rose e di stelle

Creato il 05 gennaio 2015 da Il Viaggiatore Ignorante
C'erano una volta due donne che amavano i fiori.
Una delle due viveva in campagna, tra infinite forme e colori di rami, foglie e petali. Li guardava e a volte li dipingeva ma combinava pasticci: invece che studiare rimaneva incantata e così distratta disegnava a metà strada tra realtà e fantasia.
L'altra donna viveva in città e non perdeva occasione per imparare qualcosa sui fiori, passeggiando ogni volta che poteva e leggendo libri, portando quindi la natura sempre con sé, almeno nella mente… e in ogni angolo del suo balcone, dando così vita al suo personale giardino di progetti.
Un giorno le due donne si incontrarono. In un prato? No, accadde sulle rive di un lago, dove un viaggiatore un po’ ignorante ma molto curioso aveva dato loro appuntamento, insieme ad altri misteriosi personaggi dalle svariate personalità e dai mille interessi.
Quella sera sul lago le due donne chiacchierarono molto ma scoprirono della comune passione solo successivamente, scrivendosi. Fu così che nel clima sereno e divertente dei nuovi affetti e dei nuovi punti di vista sbocciò una nuova amicizia!

Converrete che avendo accanto dei buoni amici si possa certamente combinare qualcosa di buono. Eccoci allora a condividere, in compagnia dei Viaggiatori Ignoranti,  i risultati di qualche scambio di idee tra me, Anna del blog "Tra Realtà e Fantasia" e la mia amica della pagina "Il Giardino dei Progetti"!
In questa sorta di giardino della fantasia, verso la fine dell'anno ci siamo messe a parlare di piante caratteristiche delle festività del periodo: io ho nominato la "Stella di Natale" (Euphorbia o Poinsettia pulcherima) e la mia amica mi ha fatto scoprire che esiste anche la "Rosa di Natale" (Helleborus Niger) e mi ha mostrato un libro contenente, tra tanti altri, dei brevi racconti su di esse.
Sulla Stella di Natale ho quindi imparato che è una pianta originaria del Messico "...scoperta fin dal 1250 dagli spagnoli di Cortés: giunti a Tenochtitlan, notarono le canoe che, attraversando la laguna, portavano tra i frutti e i fiori destinati a Montezuma anche la stella di Natale. Tuttavia i conquistatori non la trasferirono in Europa. Soltanto nel 1825 l'ambasciatore degli Stati Uniti in Messico, Joel Robert Poinsett, colpito dalla sua bellezza, ne portò alcuni esemplari nella sua casa, in Carolina, per coltivarli: sicché in suo onore i botanici la battezzarono Poinsettia pulcherrima."
In America venne poi fatta usanza di regalarla per Natale e col tempo questa moda arrivò anche in Italia.
Chiacchierando, leggendo e fantasticando tra origini botaniche americane, origini religiose del Natale Cristiano e personali suggestioni ho dipinto questa illustrazione.


In giardino raccontando di rose e di stelle

Acrilico (opaco e bronzo/dorato) su carta, 29,5x42cm


Restando a tema ma passando a parlare della Rosa di Natale vi riporto una leggenda.
"Si racconta sulla scia dei Vangeli che i Magi erano arrivati ai primi di gennaio alla grotta di Betlemme portando i doni destinati al Salvatore annunciato dalla cometa. Nei dintorni della grotta vi era una pastorella che, vedendo quei magnifici doni, l’oro abbagliante e i profumati aromi, si disperò perché non aveva nulla da offrirgli; e già stava piangendo quando vide sbocciare fra la neve alcuni fiori bianchi dalle antere dorate: erano le rose di Natale, che lei poté donare al Bambin Gesù.”
Su questo elleboro abbiamo ancora qualcosa da farvi scoprire, passo però tastiera e pennelli alla mia amica a vi do l'arrivederci al prossimo post!
Anna BernasconiTrarealtà e fantasiahttp://annabernasconi.blogspot.com
Ha aiutato Anna:
Florario – Miti leggende e simboli di fiori e piante” di Alfredo Cattabiani, volume da cui sono tratti racconti e informazioni sui fiori di cui ho parlato.


In giardino raccontando di rose e di stelle

Acquerello su carta


Gli ellebori più belli li ho visti lo scorso anno in un orto- vista-lago a Cannero Riviera. Sembravano spontanei, messi a dimora direttamente dalla natura, apparentemente senza  progetto, eppure ciascuno nel luogo perfetto. Ti coglievano di sorpresa: una macchia delicata di colore là dove non te la saresti aspettata. Intenta a contemplare la loro bellezza mi sono dimenticata di fotografarli. Chissà, forse il panorama mozzafiato di cui potevano godere li ha fatti crescere particolarmente rigogliosi, tutti protési verso l'azzurro dell'acqua come tanti occhi spalancati e curiosi.
Nel mio giardino ne ospito due. Il piccolo di specie e varietà ignote, nato da seme e scambiato durante i SeMiScambi* (Libero scambio di semi organizzato dal FAI Giovani Cremona in collaborazione con Comune di Scandolara R. Si tiene ogni anno il 25 aprile a Castelponzone CR) di due anni fa, tiene duro, ma non so dirvi se ce la farà. E' fatto di una sola foglia che ciclicamente muore e lascia posto ad una nuova, leggermente più grande. Cresce così lentamente. Poco prima di Natale ho accolto un secondo meraviglioso elleboro adulto, Helleborus x ericsmithii 'HGC Shooting Strar'. Li ho messi vicini, chissà che il grande non possa offrire consolazione alla sparuta foglia teneramente verde che, esile, sembra perdersi in quel vaso. Fate attenzione però, la loro eleganza nasconde qualche insidia: al contatto potrebbero essere urticanti. Niente di pericoloso, sia chiaro, solo puntini rossi e forse un po' di prurito. Se ingerite tutte le sue parti sono da considerarsi velenose. E' il loro modo di difendersi, sono piante certamente rustiche, che resistono alle basse temperature, ma l'estate è la stagione più difficile da superare e se da seme molti ne nascono facilmente, diventare adulti è davvero una fatica per loro, più di altri pagano il prezzo di una dura selezione naturale. Spero essere in grado di prendermene cura al meglio.
Famiglia: Ranuncolaceae
Genere: Helleborus
Specie: niger. In totale tra gli ellebori si contano circa 15 specie. Sono perenni.
Il giardino dei progetti
Ha aiutato il giardino dei progetti:
Prof. Dr. Thome's "Flora von Deutschland", 1886, volume dove dovrebbe essere contenuta l'illustrazione di Walter Muller dalla quale ho tratto la mia.

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