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In giro per L'Italia: Guardalfiera

Creato il 23 febbraio 2016 da Signoradeifiltriblog @signoradeifiltr

In giro per L'Italia: Guardalfiera


Guardialfiera è un paese molisano che si trova in provincia di Campobasso e conta circa 1180 abitanti, anch'esso negli anni interessato, come tanti centri della piccola regione, da un forte fenomeno migratorio.
Situato a un'altezza di 280 metri sul livello del mare, sulla parte sinistra dei fiume Biferno, si specchia sul grande lago artificiale del Liscione. Guardialfiera divenne famosa negli anni settanta proprio grazie a questo invaso costruito nel suo territorio per l'innalzamento di una diga, eretta allo scopo di fornire acqua potabile ai paesi circostanti per uso domestico, agricolo e industriale. Lo specchio d'acqua è attraversato al centro, in tutta la sua lunghezza (circa 8 km) da un ponte, notevole opera ingegneristica, che per la sua peculiarità è stato spesso usato per girarvi scene cinematografiche o spot pubblicitari.
Quando le acque del fiume Biferno allagarono i terreni per la costruzione della diga, furono sommersi anche i resti di un antico ponte chiamato ponte di Annibale, sulle cui arcate, secondo la leggenda, marciò Annibale, diretto in Puglia durante la seconda guerra punica.

Oggi tutta la zona è conosciuta come luogo da cui si diramano itinerari escursionistici nella natura e sentieri per il fitness. Il lago ospita capanni per osservare gli uccelli acquatici che qui sostano durante i lunghi voli migratori ed è l'ideale anche per praticare la pesca sportiva, grazie alle numerose specie di pesci autoctone, quali il cavedano e il luccio, ma di particolare interesse sono alcune specie in via di estinzione come l'alborella appenninica e la scardola tirrenica, predate dalle trote comuni, dalle carpe e dai pesci gatto. Il lago e il fiume Biferno sono meta di appassionati pescatori provenienti da ogni parte. Durante il mese di agosto si svolgono feste con spettacoli pirotecnici fra "cielo e lago".

Il territorio comunale è principalmente agricolo, coltivato a frumento, vigneti, uliveti e in parte boschivo, di notevole attrattiva è l'area del Bosco San Michele, attrezzata per i pic nic.

In paese, di notevole interesse artistico, è la chiesa dell'Assunta, edificio medievale poi ristrutturato in età barocca e nel secolo scorso. Numerosi sono gli elementi trecenteschi sui muri esterni nei quali si aprono due importanti portali in stile gotico, ma di maggiore interesse resta la cripta, una delle più antiche costruzioni della regione, databile al secolo XI nella parte originaria e ampliata nel XIII secolo. In questa cripta ogni anno si rappresenta uno dei più bei presepi viventi della regione: tutta la parte antica del paese, le vie del borgo, le case, le botteghe, si animano e si trasformano come per incanto nell'antica Betlemme. Scene di vita quotidiana che fanno magicamente apparire un lembo di Galilea in Molise e ogni anno, durante le festività, Guardialfiera diventa il "paese del Natale". Sono rappresentate figure di mestieri da sempre esercitati dall'uomo: l'oste, il falegname, le filatrici di lana, il venditore di pane, lo scalpellino che lavora la pietra come nell'antichità. Chi visita il presepe, avvolto da mistica atmosfera, viene accompagnato lungo il percorso di stretti vicoli illuminati da fiaccole dal suono delle zampogne e si sente avvolto da odorosi profumi naturali quali la fragranza del fieno, del vino in botte, del latte fresco appena munto e del pane fragrante di forno.
L'origine del nome del paese, sorto intorno al X secolo, è incerta e fonte di diverse interpretazioni: Guardialfiera, come "guardia degli Alfieri", che la vuole come una sorte di custode della valle, oppure "guarda Alfano" deriverebbe dunque dal suo affacciarsi verso il monte Alfano, o forse il nome deriva semplicemente da "Adalferio", Conte di Larino, che, nel 1049, al tempo della dominazione Longobarda, era Feudatario di Guardialfiera e del territorio circostante
Piatti tipici da gustare in special modo durante le feste paesane sono, oltre ai prodotti genuini della terra, ai formaggi e agli insaccati: la misischia, che si cucina con carne di pecora tagliata a pezzi, condita con aglio, origano, finocchio, prezzemolo e peperoncino, cotta in forno a legna ben caldo per circa due ore; la pasta con la mollica, fatta con bucatini lessati, conditi con mollica, grattugiata da pane raffermo, preventivamente insaporita con pepe ed olio d'oliva, ed appena passata a gratinare, magari con aggiunta di baccalà.

Le foto sono di Flaviano Testa


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