Il mio modo di leggere, ultimamente, è piuttosto anarchico. (O forse lo è sempre stato?) Qualsiasi parvenza di regolatezza nei confronti dei volumi che mi passano tra le mani è del tutto sbiadita. Forse è andata in vacanza. Sono una selvaggia ribelle della lettura!
E la tendenza allo sfarfallamento sembra liberarsi del tutto nei confronti delle raccolte, come questa. Ritratti e osservazioni di Truman Capote, che mi rimpolpa pause e riflessioni da alcuni giorni, è un insieme di articoli, brani, diari, ritratti, parole sparse. Luoghi e persone. Una di quelle cose che hanno senso solo se si tratta di un Autore Con La A Maiuscola, quelli di cui si può stampare pure la lista della spesa trovata nella tasca del cappotto. (Per i posteri, la mia lista della spesa di oggi: balsamo cocco, spugnette, fogli a4, caffè. Così, eh.)
E la prima cosa che mi sono letta di questo libretto tanto piacevole e curioso sono i brani di Capote dedicati ai suoi viaggi in Europa, dove in particolare soggiorna e visita l’Italia. (Venezia, Ischia, Sirmione, la Sicilia.Ma anche Parigi, la Spagna, Berlino…). Sarà che mi fa sempre riderissimo lo sguardo americano sull’Italia, la visione “esotica” di quelle che a me appaiono banalità. Sarà che è strano immaginare un autore d’oltreoceano calpestare suolo sassi terra da me calpestati e farlo con stupore e meraviglia. Sarà che aggrapparsi al racconto delle vacanze ed esplorazioni altrui mitiga la nostalgia del ritorno a casa da un viaggio.
E poi. Sarà che è Capote.
Ritratti e osservazioni – Tra giornalismo e letteratura
Truman Capote
Garzanti – 2008
traduttori: S. Cherchi, M. Dèttore, P. Francioli, B. Tasso
644 pagine, 18.60 euro