L’Italia si è accorta del ventenne Francesco Pinna solo dopo che il ragazzo è deceduto mentre lavorava alla realizzazione del palco sul quale doveva esibirsi Jovanotti. Il ragazzo era stato assunto, era in regola. Prendeva poco: 6,50 euro l’ora. L’Italia si è accorta che anche un lavoratore a giornata e a regola guadagna pochissimo perché quel lavoratore è morto e perché stava lavorando sul palco di Jovanotti. Sia chiaro, se fosse stato da qualche altra parte, se fosse morto mentre stava lavorando lontano dalle luci di quel palco, di lui non avremmo saputo nulla, al massimo qualche articoletto in ultima pagina.
Lavoravano in nero, senza contratto, le operaie morte nel crollo della palazzina di via Roma, nel centro di Barletta: Matilde Doronzo, di 32 anni, Giovanna Sardaro, di 30 anni, Antonella Zaza, di 36 anni, Tina Ceci, di 37 anni. Prendevano una miseria.
Queste tragedie sono andate in prima pagina perché le luci del palcoscenico era troppo forti per potere essere offuscate, perché quel crollo ha generato un rumore troppo forte per non essere sentito anche dai sordi.
Poi ci sono coloro a cui non basta nemmeno morire per essere notati dall’Italia. Sono state ben 980 le vittime sul lavoro nel 2010. Di queste 980 persone l’Italia non ricorda ne’ i nomi ne’ i volti. La loro colpa è stata quella di essere morti in una tragedia che non faceva audience.
Il problema è che anche quando se ne parla, se ne parla in maniera romanzata, per fare ascolti, senza arrivare al nocciolo del problema. Ma soprattutto, non vengono mai poste certe domande. Per quanto riguarda i morti sul lavoro non si dicono alcune cose: un lavoratore è sottopagato perché il suo datore è uno a cui piace sfruttare la gente, ma puo’ anche essere che quel datore di lavoro è costretto a pagare cosi’ poco la gente perché lo Stato non gli fornisce i mezzi sufficienti per poter portare avanti la sua impresa, percio’ se non paga cosi’ poco un lavoratore il datore di lavoro muore di fame e la stessa sorte toccherà ai suoi lavoratori.
Ma l’aspetto mediatico è secondario a quello politico. Se lo Stato vuole davvero combattere il lavoro nero, se vuole rendere piu’ sicuro il lavoro, deve fornire alle piccole e medie imprese le risorse per potercela fare. Altrimenti è un gioco al ribasso, sopravvive chi spende di meno: percio’ addio contratto, addio sicurezza sul lavoro e molte altre cose. Ma lo Stato che fa ?
Francesco, le donne di Barletta e le altre vittime sul lavoro non sono state uccise dal fato ma dalla mancanza di serie riforme politiche riguardanti il lavoro. Sono state uccise da uno Stato che è latitante.
Fonte: http://www.ilmalpaese.wordpress.com
Magazine Attualità
In Italia parlano dei tuoi problemi solo se muori e se la tua morte fa ascolti.
Creato il 17 dicembre 2011 da SciouiPotrebbero interessarti anche :
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