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In Italia un povero su quattro è un minore. Con la crisi raddoppiato numero di persone in difficoltà

Creato il 03 ottobre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Sono più di un milione gli individui che non hanno raggiunto la maggiore età e vivono in condizioni di assoluta povertà nel 2014, pari al 25,5% del totale. Secondo i dati dell’Istat, elaborati dall’Adnkronos, la situazione è rimasta sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente ma è notevolmente peggiorata dall’inizio della crisi. Le persone che vivono in difficoltà, complessivamente, sono più di 4 milioni e rappresentano il 6,8% delle popolazione residente (60,4 milioni).

(vita.it)

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Misure del Governo per le fasce più deboli. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato che nella prossima legge di stabilità saranno inserite misure aiutare le fasce più deboli, con particolare attenzione ai minori. Tra le misure allo studio del governo ci sono diverse ipotesi, che potrebbero sommarsi e andare a formare un mix di interventi composto da sostegni diretti (come un bonus) e indiretti (come l’aiuto ai genitori per trovare un lavoro).

In Italia un povero su quattro è un minore. Con la crisi raddoppiato numero di persone in difficoltà. Con la crisi il numero di soggetti indigenti in Italia è più che raddoppiato, passando da 1,8 milioni del 2007 a 4,1 milioni del 2014. Le situazioni di difficoltà si concentrano al sud, dove si trova quasi la metà delle popolazione indigente (45,4%); al nord vive un’altra quota rilevante (38,5%), mentre al centro si trova il restante 16%. La povertà assoluta nei piccoli comuni del mezzogiorno è quasi doppia rispetto a quella rilevata nelle aree metropolitane (9,2% contro 5,8%), mentre al nord l’incidenza più elevata si registra nelle aree metropolitane (7,4% contro 3,9%).

Le famiglie povere sono 1,4 milioni, pari al 5,7% dei nuclei residenti nel paese; rispetto al 2007 (quando erano 823.000) il numero è quasi raddoppiato. Le tipologie più esposte sono quelle con 5 o più componenti (16,4%) e quelle composte da stranieri: rispetto alle famiglie povere di italiani (4,3%), la percentuale risulta tre volte superiore nelle famiglie miste (12,9%) e di sei volte superiore nel caso in cui siano composte di soli stranieri (23,4%).

I dati delle serie storiche mostrano che l’incidenza della povertà assoluta è notevolmente peggiorata per le famiglie con minori: si è passati dall’1,8% del 2007 al 6,4% nei nuclei dove c’è un ‘under 18′, dal 2% al 9% quando i minori sono 2, e dal 9% al 18,6% nel caso di 3 o più minori. La situazione è rimasta invece sostanzialmente stabile nelle famiglie con anziani; si registra addirittura una riduzione nel caso in cui sia presente un anziano (dal 5,4% al 5,1%), mentre dove gli anziani sono almeno 2 si registra un leggero aumento (dal 3,1% al 4%).

Le tabelle dell’Istat consentono di individuare i soggetti su cui la crisi ha pesato di più. Per i giovani l’incidenza della povertà assoluta è quadruplicata, passando dall’1,9% del 2007 all’8,3% del 2014. Nella fascia immediatamente successiva (tra 35 e 44 anni) si è passati dal 3,2% al 7,2%; mentre per il gruppo tra 45 e 54 anni si è passati dal 2,6% al 6%. Seguono le persone tra 55 e 64 anni, che dal 2% sono salite al 4,5%; resta invece stabile il numero di persone in difficoltà over 65 (erano 4,8% e sono il 4,7%).

A influire sulle condizioni delle persone è, ovviamente, anche il titolo di studio: l’incidenza di povertà è passata dal 6,5% all’8,4% per i soggetti che non hanno alcun titolo di studio; l’aumento dei poveri è stato più accentuato tra i soggetti che terminato le scuole medie (dal 3,2% si è passati al 7,8%), mentre l’incidenza per chi ha un titolo superiore è oltre è passato dall’1,2% al 3,2%. (ADNKRONOS)


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