Io, infatti, nutro una specie di maniacale, inspiegabile ossessione per tutto ciò che viene dal periodo 1967-1976. Appena posso colleziono oggetti, immagini, memorabilia di ogni genere. Leggo valanghe di libri sul tema, indosso solo abiti rigorosamente originali, ascolto la musica nel juke box anziché utilizzare l’ipod e, per guardare i film, alla modernità dell’home video in HD preferisco un proiettore super 8. Trascorro dunque ogni giornata nella disperata ricerca di un modo per realizzare il mio sogno impossibile: quello di vivere almeno un giorno in un periodo storico che mi chiama e mi emoziona.
Adesso, per esempio, mi sono messo in testa di scrivere un romanzo ambientato proprio in quell’epoca, e vivo costantemente in una specie di macchina del tempo che mi allontana dal presente e mi spinge ad utilizzare ogni espediente per ricostruire la miscela di atmosfere un po’ figli dei fiori un po’ disco-nights che dettavano legge allora.
E stamattina, mentre girovagavo su ebay controllando il prezzo di alcune locandine di film porno d’annata che mi piacerebbe tanto attaccare sul muro dello studio in cui scrivo, digitando login e password sul profilo del sito mi sono reso conto di quanto io porti un cognome che, a pensarci bene, era già un presagio inequivocabile della mia personalità.
Sì perché.. questo termine che adesso va per la maggiore ed è il top del trendy, “Vintage”, non ha mai trovato una sua traduzione nella nostra lingua che ne renda a dovere il senso inglese, e allora io ho deciso che in Italiano “Vintage” si dice “Vecchiotti”. E dunque è lapalissiano, non ci sono obiezioni possibili… vivere il presente in un giorno di quarant’anni fa è il mio inevitabile destino.