“È sbagliato tenere in ostaggio i bambini a causa di richieste di aumenti di stipendio”: lo ha detto il presidente Uhuru Kenyatta, confermando il muro contro muro con i sindacati degli insegnanti nel primo giorno di chiusura delle scuole imposto dal governo.
In un discorso trasmesso in televisione, il capo di Stato ha invitato i docenti a tornare a “fare il proprio dovere” ponendo fine allo sciopero in corso dal 2 settembre. In merito alle richieste di aumenti, compresi tra il 50 e il 60%, Kenyatta ha sostenuto che qualora fossero accolte alimenterebbero un carovita generalizzato. Ai sindacati il presidente ha inoltre opposto il fatto che, stando alle stime governative, gli insegnanti delle scuole pubbliche del Kenya sarebbero i più pagati dell’Africa orientale.
Oggi nel contenzioso si è del resto inserita la Corte suprema, che ha sospeso la direttiva sulla chiusura delle scuole private: l’associazione dei proprietari degli istituti si era rivolta ai giudici sottolineando il proprio obbligo a versare gli stipendi anche con i docenti a casa.
Oggi sono stati circa 12 milioni gli studenti che non hanno potuto seguire le lezioni. Risparmiati dalle chiusure solo gli alunni che dovranno sostenere gli esami nazionali il mese prossimo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
ndr.) la foto in alto, per errore, è di una scuola burkinabé.