Magazine Musica

In lenta dissolvenza

Da Aperturaastrappo

In lenta dissolvenza

 ph: S t e f  a n o  M o l a

In lenta dissolvenza, fuori dalla tua stanza, fuori da te e dalle tue parole, il marciapiede è un materasso sventrato,  crepato, io ci cammino lento i passi falsi di un elastico allentato e addosso, file di case ruvide mi piovono addosso e hanno lunghe dita bluastre, hanno dita livide come lo spettro delle cose che resteranno ancora, le cose,  nella loro identica posizione , anche dopo, come ora e come sempre, come ora che sono fuori dalla tua casa, fuori da te e dalle tue parole, in lenta dissolvenza, fuori  dalle geometrie delle tue mani, dai cerchi volubili delle tue dita bluastre nell’aria livida di liti e rabbia dissolta in noia, sfumata in gesti di meccanica insofferenza.
Ho cercato – avrei voluto – parole per capire, siamo solo i pezzi di un ingranaggio, dicevi,  l’ingranaggio ci incastra come vuole, non parla un ingranaggio non spiega non chiarisce, per strada spettri e ingranaggi,  non comunicano  tra loro, non parlano con  me, e io vado, schiacciato dai miei spettri e da strette file di case ruvide, vado, in lenta dissolvenza, torno nel mio cono d’ombra precedente, dove non ero dove non sarò , indifferenziato, ingoiato dalle cose che resteranno nella loro identica posizione anche dopo, come ora e come sempre, incollate alla strada come spiriti, io sono fuori dalla tua casa e sfumo, io lento mi dissolvo e frantumo il guscio, schiaccio l’albume e il tuorlo dei nostri giorni mai nati, le vedo quelle povere ali d’uccello ostinate a lottare,  sento crepare il guscio sotto i piedi, e la fine ha la faccia, ha gli occhi di queste case  ruvide che mi piovono addosso con gli occhi socchiusi, piccoli, come quelli di una morte da strada, povere ali a sbattere, povere ali d’uccello ostinate a sbattersi  la vita e a lottare ancora, a resistere nell’aria livida di liti e rabbia.Vorrei essere – avrei  voluto – restare  figlio di questo mondo, uno qualunque, un figlio anonimo e qualunque del mondo su un marciapiede qualunque, vorrei, avrei voluto,  aprire le braccia a farmi cerchio con la strada e con i suoi spiriti, ma sono fuori, fuori dalla tua stanza,  a dissiparmi l’anima in amore, e la strada e le cose che restano immobili mi ingoiano, in lenta dissolvenza.

Patrizia SardiscoRadiohead - Street Spirit  (fade out)Rows of houses all bearing down on meI can feel their blue hands touching meAll these things into positionAll these things we'll one day swallow wholeAnd fade out againAnd fade outThis machine will, will not communicateThese thoughts and the strain I am underBe a world child, form a circleBefore we all go underAnd fade out againAnd fade out againCracked eggs, dead birdsScream as they fight for lifeI can feel death, can see its beady eyesAll these things into positionAll these things we'll one day swallow whole ...


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog