Il mostro riparte. La politica riconsegna uomini, donne e bambini di Taranto in pasto ad un futuro di malattie.
Il decreto legge del 3 dicembre riammette l’esercizio dell’impianto. Niente da fare. I Riva devono bonificare e produrre. Gli operai lavorare per morire.
Esce sconfitta l’Italia, con questa notizia da fondo pagina. Centinaia di morti. Migliaia di malati.
Le polveri rosse di Tamburi si specchiano nuovamente nei tramonti avvelenati della città. E tutto intorno muore. Lentamente, perché nessuno abbia di che lamentarsi.
Taranto – quartiere Tamburi
Poche e coraggiose persone ancora lottano. Non vedranno mai Taranto rifiorire, ma vogliono che la vedano i loro figli. Di loro non c’è traccia nei menù di primissima informazione, eppure sono le uniche per cui valga ancora la pena guardarsi allo specchio. Noi distratti consumatori fuori epoca, e loro a dare in pasto al mostro le loro vite, il lavoro, gli affetti.
Bastava bloccare tutto. Pagare gli operai con i soldi dei Riva, o con i nostri, lo Stato, complice del disastro. A bocce ferme bonificare e riconvertire la fabbrica, il mostro. Poi riaprire.
E invece no. Bisogna produrre..
Forza, in marcia, che si è già perso troppo tempo. E non ne rimane molto.