Cento anni fa scoppiava in Europa la prima guerra mondiale,lasciando sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni diferiti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sonovenute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, senza contare i cosiddetti danni collaterali” (milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanitàInutile strage, avventura senza ritorno, la guerra è un mostro che continua a uccidere tante persone in tutto il mondo e minaccia di diffondersi ulteriormente. Cento anni fa scoppiava in Europa la prima guerra mondiale, lasciando sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, senza contare i cosiddetti danni collaterali” (milioni e
milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanità. Inutile strage, avventura senza ritorno, la guerra è un mostro che continua a uccidere tante persone in tutto il mondo e minaccia di diffondersi ulteriormente. Dobbiamo fare qualcosa. Dopo cento anni di orribili massacri e crimini contro l’umanità è venuto il tempo di riconoscere che la pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto, applicato e tutelato a tutti i livelli, dalle nostre città all’Onu.
La globalizzazione della fraternità deve prendere il posto della globalizzazione dell’indifferenza. La pace è un bene comune indivisibile.pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto, applicato e tutelato a tutti i livelli, dalle nostre città all’Onu. La globalizzazione della fraternità deve prendere il posto della globalizzazione dell’indifferenza. L’Italia e l’Europa devono essere pienamente consapevoli delle sfide che ci investono a partire dal Mediterraneo e dal vicino Oriente e devono alimentare una politica di pace e fratellanza, di disarmo e cooperazione fondata sulla promozione dei diritti umani. Una politica coerente con il progetto iscritto nella nostra Costituzione e nelle carte fondamentali dell’Europa e delle Nazioni Unite. E proprio per costruire un'"Europa della fraternità", domenica 19 maggio si torna a marciare da Perugia ad Assisi.Invia subito la tua adesione. Scrivi al Comitato Promotore Marcia Perugia-Assisi, via Della Viola 1 (06122) Perugia, Tel. 335.6590356 - 075/5736890 - fax 075/5739337 email: [email protected] - www.perlapace.it.
Pao. Ma.




