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In Marocco oggi si vota per il referendum costituzionale

Creato il 01 luglio 2011 da Yellowflate @yellowflate

In Marocco oggi si vota per il referendum costituzionaleOggi in Marocco si vota, infatti 13 milioni di marocchini sono chiamati ad approvare la riforma costituzionale presentata da Re Mohammed VI lo scorso 17 giugno.

L’esito del voto pare proprio essere scontato, si parla dell’80%, di si ma l’incognita è rappresentata dall’affluenza. Il re vorrebbe dare risposte graduali alla domanda di democrazia e giustizia sociale, secondo il  ministro la riforma è la direzione giusta: “Con la nuova Costituzione – dice – vengono dati tutti i mezzi necessari per raggiungere gli obiettivi, per esempio con la creazione di bacini d’impiego in ogni regione del Paese, e con la nuova istanza di lotta alla corruzione”

Mentre gli  integralisti islamici di Al Adl Wa al Ihssane, movimento illegale che chiede la fine della monarchia, il referendum non ha senso, cosi come non è “felice” nemmeno la maggioranza dei giovani del  “Movimento 20 febbraio”, che invitano al boicottaggio perché ritengono che la riforma sia troppo timida.

“La Costituzione non dà abbastanza poteri al Governo per rispondere ai manifestanti, per dare risposte alle domande sociali, e alle proteste sociali”, osserva il professor Yousef Belal, dell’Università di Rabat.Con questa riforma, per la prima volta la Monarchia rinuncia a parte dei propri poteri, in favore del Parlamento, del Governo e della Magistratura.

Un corrispondente dell’Afp ha riferito di una forte affluenza al seggio di Salè, nei pressi della capitale Rabat. Sono oltre tredici milioni i marocchini chiamati a pronunciarsi su una nuova costituzione che mira in particolare a riequilibrare i poteri a vantaggio del primo ministro e del parlamento.

C’è da notare che comunque vada a finire il referendum, secondo quanto è previsto dalla nuova riforma i poteri del re saranno “ridimensionati”, infatti il re  perde la guida del governo. Le riunioni dell’esecutivo saranno dunque presiedute dal premier (che diventa presidente del governo), e non piu’ dal re, che comunque vi prendera’ parte. Il premier avra’ anche il potere di sciogliere il Parlamento e di fare nomine per le cariche piu’ importanti.

Il re, tuttavia, restera’ il garante dell’unicita’ dello Stato, seppur perdendo il carattere ”sacro” della persona, sostituito da un nuovo articolo che recita: ”L’integrita’ della persona del re non puo’ essere violata”. La lingua amazigh (il berbero) diventa lingua ufficiale insieme all’arabo.

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