In memoria di Cardillo Domenico, detto Mimmo metto qui un piccolo ricordo personale; un piccolo ma accorato brano estratto dal mio libro:
PASSEGGIATE NELLA MEMORIA PROFONDA DI UN RAGAZZO DI PAESE.
Mi ero ricordato di averlo scritto e ne parlavo appunto, durante le ultime vacanze di Natale, con la sorella Angela, una domenica pomeriggio, quando mi diede un passaggio a casa con la sua macchina. Stava andando a casa sua a trovarlo e la fine non era lontana. Mi ha ringraziato per la citazione, ha sorriso e alla fine della conversazione una lacrima le è scappata lungo la guancia, mentre continuava a sorridere....
"...Sono sempre stato un tipo pacifico e non mi sono mai battuto con nessuno dei miei compagni di gioco. L'unico piccolo problema l'avevo avuto, ma solo quella volta, con Mimmo. Fu per una questione dibiglie o di figurine. Eravamo in piazza, dove ci riunivamo sempre, di fronte al bar del padre, nei pressi della fontana tonda, dove parcheggiava la corriera. Litigammo, all’inizio solo a parole, poi ci spingemmo ed io, alla fine, lo chiamai figlio di puttana. Lui, che stava di fronte a me, rispose colpendomi con un sonoro schiaffo. Incassai, senza replicare, per evitare la rissa e feci anche tesoro della lezione che m’impartì. Ero stato davvero uno stupido. Avevo dimenticato un particolare che non dovevo trascurare. La madre di Mimmo era morta. Lo aveva lasciato quando lui era ancora piccolo. E' il trauma peggiore per un bambino; se ne esce difficilmente, specialmente a quell'età. Lui, infatti, non era uscito. Non ne uscì mai."Ciao Mimmo, sit tibi terra levis.
Non so esattamente quanti avessi ma non erano... Nè tanti, né pochi. E, comunque non troppi più dei miei.
Ma, tanto, lo so... ci hai solo preceduto.