Da ieri sera l’Italia non ha piu partiti. Perche il PD, nel bene e nel male, era l’unico vero partito italiano. Gli altri sono ‘liste personalistiche’, dal PDL che si identifica in Berlusconi passando per il M5S con Grillo, Scelta Civica con Monti, SEL con Vendola. Lo era la Lega con Bossi e lo era l’Idv con Di Pietro. Movimenti costruiti attorno ad un leader. Il PD era una formazione che eleggeva il proprio segretario e dove nulla era scontato. Purtroppo ha dimostrato tutti i limiti della democrazia interna, ovvero il rischio di complotti ed anarchia. Limiti dettati soprattutto dalla mediocrità della propria classe dirigente.
Bersani dimissionario, il partito dilaniato e diviso in bande ‘armate’ pronte alla resa dei conti. Totale perdita di credibilità da parte dell’elettorato. Nessuna chiara linea politica, nessuna prospettiva per il futuro. Cosa fare quindi?
Civati, Orfini, Orlando, Gozi, Moretti, Renzi e tutti gli altri ‘giovani’ democratici dovrebbero mettere da parte le loro differenze, i loro egoismi e le loro ambizioni per ‘rottamare’ davvero la vecchia classe dirigente del PD. Persone come D’Alema, Fioroni, Gentiloni etc non meritano di sopravvivere politicamente allo scempio di questi giorni.
I giovani del PD abbiano il coraggio di ribellarsi, di defenestrare quegli incapaci che da ventanni tramano per questa o quella piccola meschina infima fetta di potere trascurando gli interessi del partito e del Paese.
Temo uno sgretolamento totale dei democratici. Pezzi in uscita verso Vendola per creare un nuovo partito della Sinistra, chiaramente minoritario. Altri si affideranno a Renzi, come se egli avesse poteri taumaturgici. Difficile, quasi impossibile, ricomporre i pezzi.
Nella migliore delle ipotesi da qui ad un paio d’anni nel CentroSinistra vi saranno due formazioni , una maggiormente centrista ed una progressista. Nel frattempo però si saranno persi voti preziosi verso Grillo o verso l’astensione. Nessuna possibilità di vittoria per i prossimi due lustri con il Paese che sarà probabilmente costretto a scegliere tra il populismo di Berlusconi e quello di Grillo. Un triste epilogo per la Seconda Repubblica ed un pessimo inizio per la Terza.