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In mostra a Palazzo Farnese tutti i tesori di famiglia

Creato il 06 marzo 2011 da Marinam

tiziano-paolo-III-farnesePalazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia, ospita fino al 27 aprile una grande mostra dedicata allo storico edificio ed alle sue collezioni. Oltre 150 opere tra dipinti, statue, disegni, sculture, monete, arazzi e ceramiche, faranno rivivere cinque secoli delle affascinanti vicende del Palazzo: dai fasti cinquecenteschi, al periodo moderno, fino a questi ultimi 135 anni del Palazzo come sede dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Ecole française de Rome. Per l’occasione una parte della collezione Farnese è stata riportata nel luogo dove essa si formò grazie alla passione di questa famiglia.

L’esposizione, posta sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica italiana e della Presidenza della Repubblica francese, nasce dalla volontà di Jean-Marc de La Sablière, Ambasciatore di Francia in Italia. È realizzata in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lazio, la Provincia di Roma, Roma Capitale Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione e CulturesFrance. Per l’occasione dunque, le porte di Palazzo Farnese si apriranno – su prenotazione – accogliendo il ritorno del Museum Farnesianum. Si ricomporranno le storiche sale degli Imperatori e dei Filosofi, i famosi Daci Prigionieri riprenderanno il loro posto ai lati del portone del Grande salone. Il ritorno di queste opere antiche è dovuto ai generosi prestiti della splendida collezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nuovamente esposta nel suo luogo originario. Il cortile, inoltre, sarà ripopolato in modo virtuale con le imponenti sagome dell’Ercole Farnese, dell’Ercole latino, nonché del Toro Farnese accanto alla monumentale statua in porfido di Apollo, all’epoca detta Roma triumphans. Tra gli arredi più importanti si potrà vedere lo “studiolo” del Museo di Ecouen, rarissimo mobile rinascimentale appositamente realizzato da maestranze romane per conservare la collezione di monete e di glittica dei Farnese. Arazzi del Quirinale, prestati dal Presidente della Repubblica italiana, e del castello di Chambord riprenderanno il loro posto nei saloni del piano nobile, con le maioliche rinascimentali. La ricchissima quadreria verrà riallestita nella Galleria nord-est, insieme alla raffinata collezione dei disegni preparatori di Annibale Carracci, provenienti tra l’altro dal Musée du Louvre, accompagnati dagli affreschi del Palazzo Fava di Bologna. Così il Ritratto di Papa Paolo III di Tiziano, Cristo e la Cananea che Annibale Carracci dipinse per la cappella privata del cardinale Odoardo, le opere di Sebastiano del Piombo, di Carracci, di El Greco, testimonieranno la qualità della spettacolare collezione Farnese. La maggior parte di queste pitture provengono dal Museo di Capodimonte e dalle gallerie di Parma e di Bologna.

La mostra è un’occasione unica per consentire al pubblico di rivivere i vividi colori dei “fasti farnesiani” che evocano gli splendori di una corte ricca e colta. Consentirà di resuscitare le storie incrociate di pontefici, cardinali, re, ambasciatori, artisti che nell’arco di cinque secoli, tra politica e arte, vissero e si incontrarono a Palazzo Farnese facendone un luogo eccezionale e vivente.

Palazzo Farnese è stato voluto da Alessandro Farnese (1468-1549), divenuto papa Paolo III nel 1534. All’età di 25 anni, appena creato cardinale, comincia a comprare terreni sui quali chiederà ad Antonio da Sangallo il Giovane di costruire, dal 1514, un imponente edificio. La piazza davanti al palazzo è ornata da due vasche monolitiche provenienti dalle Terme di Caracalla. È oggi uno dei luoghi più noti e visitati di Roma. Dietro la splendida facciata si intravedono le sue nobilissime architetture e il famoso cortile, e la sera si intuiscono, attraverso le finestre illuminate del piano nobile, i vividi colori dei “fasti farnesiani”. Nel 1546 comincia l’intervento di Michelangelo Buonarroti. Il palazzo andava completato e “…il papa vi voleva il più bello e più ricco de’ cornicioni che mai fossero stati. Tutti i più valenti artisti di Roma si posero a disegnar cornicioni …” Michelangelo vince la sfida per terminare l’ultimo piano, coronandolo con il cornicione scandito dai gigli farnesiani, ideare il finestrone a loggia sulla facciata del piano nobile e per completare il cortile. In quegli anni Francesco Salviati e Taddeo Zuccari si succedono per affrescare il grande salone dei Fasti Farnesiani con il ciclo pittorico volto ad esaltare le gesta pacificatrici di Paolo III e le imprese di Ranuccio Farnese, con riferimenti a fatti eroici e mitologici. Nel 1592, dopo la morte del “gran cardinale” Alessandro (1520-1589), che si era prodigato a portare a termine l’impegnativa realizzazione del Palazzo e della Collezione, il diciassettenne cardinale Odoardo (1573-1626) diventa il padrone di casa e incarica immediatamente Annibale Carracci della decorazione dello studiolo privato (il c.d. Camerino d’Ercole) sigillato sulla volta dall’emblematica tela di Ercole al bivio (riportata per l’occasione dal Museo di Capodimonte di Napoli). Nell’elegante e vivido soffitto della Galleria Carracci (1597-1608) sono narrati gli amori degli dei, culminanti nel quadro centrale con il Trionfo di Bacco e Arianna. Mentre le mura del Palazzo venivano a coprirsi di forme e colori straordinari, il pontefice ed i cardinali nipoti avviavano un’intensa attività collezionistica. Se, da un lato, gli scavi di Roma erano fonte inesauribile di statue, iscrizioni, monete, gemme, dall’altro i Farnese, appassionnati mecenati, commissionavano o acquistavano le opere dei grandi dell’epoca da Raffaello a Sebastiano del Piombo, da Tiziano a El Greco.

Solo verso la metà del XVII secolo, gli interessi della famiglia Farnese si spostarono da Roma a Parma, e Palazzo Farnese venne gradualmente svuotato di gran parte delle collezioni. Vi rimase solo la raccolta di antichità indissolubilmente legata a Roma da chiara disposizione testamentaria del gran cardinale Alessandro che non verrà rispettata dal legittimo erede re Carlo III di Borbone, figlio di Filippo V di Borbone e di Elisabetta, ultima dei Farnese, che nel 1734 trasferì definitivamente a Napoli tutte le collezioni Farnese. Il 27 giugno 1874, il marchese di Noailles, diplomatico francese, ottenne da Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie in esilio a Roma, l’affitto di una parte dell’edificio per istallarci l’ambasciata francese nella nuova capitale italiana. Nel 1875, l’Ecole Française de Rome, centro di ricerche e biblioteca, si colloca all’ultimo piano del palazzo. Comprato dalla Francia nel 1911, il palazzo è però rivenduto allo Stato italiano nel 1936, anno in cui i due Stati sottoscrivono un accordo intergovernativo che prevede la locazione delle due ambasciate, italiana a Parigi e francese a Roma, per una durata di 99 anni, mediante un affitto simbolico.

Palazzo Farnese è così diventato il testimone della ricchissima storia di ambedue Paesi e il quadro di eventi storici come la Liberazione nel 1944 e le visite del général De Gaulle o di Papa Giovanni Paolo II – tra quelle dei capi di Stato. L’Ambasciata è sede di incontri politici di altissimo livello, accoglie tutto l’anno numerose personalità italiane e francesi nell’ambito della relazione bilaterale ed organizza numerosi eventi (ricevimenti, dibattiti, manifestazioni culturali, festival di musica, teatro e cinema…).

Fedele alla propria promessa di prendersi cura del Palazzo, la Francia si è fatta carico del restauro di molte parti dell’edificio, in stretta collaborazione con le autorità italiane.

Nella immagine qui sopra Paolo III ritratto da Tiziano insieme ai nipoti Ottavio ed Alessandro

 


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