In un cammino di sapienza
muovono prostrati bovi
a strascicar le tregge colme
sui campi d’oro;
dietro, ansimi d’uomini
a menar le bestie
nella vampa del giorno.
Dall’ora che dà salmodia al gallo
fino a che lento si chiude il cielo,
vanno bovi e uomini in pia alleanza.
Nella luce fioca che s’avvia a rischiarar
le sagome incerte della terra,
in nome dei pani cari e santi vanno:
chi a mugghiar pasture e greppia,
chi a sospirar focolare e grani.
E quando l’ultimo raggio le zolle avviva,
una congiunta prece penetra il silenzio:
“Deh, per sì provvida messe, ci guardi l’ Altissimo
da invidia di popolo e da mala stagione!”
Qual propizio responso,
latrati fondi e odor di stoppie
dilatano al crepuscolo.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane