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In piazza per non separarsi dalla realta'

Da Brunougolini

IN PIAZZA PER NON SEPARARSI DALLA REALTA'
Io non credo, come si augura Fabrizio Rondolino, un tempo mio simpatico collega a "l'Unitá", oggi approdato a "Europa", che la manifestazione di domani in piazza San Giovanni, segnali una separazione definitiva tra i riformisti che vogliono governare e i massimalisti che sanno solo protestare. Tra "chi governa il cambiamento futuro del paese e la sinistra che difende le nobili trincee del passato". C'è in questa apodittica affermazione, condivisa certo da non pochi politici, molta ideologia. Mancano i fatti. E i fatti sono una condizione disastrosa del Paese. Quelle che Rondolino chiama "le nobili trincee del passato" sono fabbriche, come la Ast di Terni, l'Ilva di Taranto, la ex Lucchini di Piombino, la Trw di Livorno, per non parlare dei call center di Almaviva. Non si tratta solo di migliaia di licenziamenti (altro che articolo 18) che potrebbero suscitare almeno una lacrima anche in autorevoli opinionisti. Si tratta di un tessuto industriale che si sta liquefando e che rappresenta fonti di ricchezza per tutti noi. Altrettante trincee, impossibili da catalogare nel passato, si possono elencare nell'esercito dei giovani precari. Giovani per i quali è stata diffusa l'idea che l'imprenditore (già padrone) con qualche facilitazione finanziaria e con la promessa di poterli scaricare quando si vuole, li assumerà. Eppure li avete sentiti in televisione gli imprenditori osservare sconsolati: come posso assumere se non ho lavoro?
Ecco perché non credo nella "separazione storica" tra riformisti e massimalisti. Uno schema, questo si, ottocentesco. Non ci si può separare dalla realtà, dai fatti. E la piazza di domani sarà uno specchio di questa realtà. Con la voglia, credo, non solo di gridare ad alta voce la denuncia, ma soprattutto la proposta. Quella tesa a spingere il governo a far propria, finalmente, una politica industriale, magari imitando il decantato Obama. Quella contenuta in un "piano del lavoro" da non ridurre solo a oggetto di dibattiti. Quella che comprende - come hanno spiegato i giuristi vicini alla Cgil - una serie di indicazioni atte a rivedere, per allargare, non per tagliare, certe norme dello Statuto dei lavoratori. Perché tenga conto dei Cococo, delle false partite IVA, dei cosiddetti associati in partecipazione. Tutti lavoratori atipici che non c'erano, in queste dimensioni, al tempo di Brodolini e Di Vittorio. E che avrebbero bisogno di trovare spazio e risorse anche dentro il sindacato.
Sara necessario ascoltare quella piazza. Anche stando seduti alla Leopolda in una discussione che spero non si riduca a una semplice auto esaltazione. Perché un governo, non solo un governo di centrosinistra, no, non può separarsi dalla realtá.

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