Come i ragazzi cresciuti negli anni ’80 e ’90 sapranno, nei film e telefilm americani la casa sull’albero è un must difficilmente trascurato dagli sceneggiatori. Spesso costruita amorevolmente dal padre di famiglia, la costruzione in legno è diventato un elemento importante anche in serie animate come in quella, celeberrima, dei Simpson di Matt Groening. La costruzione di una treehouse viene quindi trattata come uno stereotipo con due caratteristiche principali: è una peculiarità diffusa tendenzialmente oltreoceano e in una fascia d’età che non supera i 18 anni. Per rimanere nella letteratura italiana, il protagonista de “Il barone rampante” di Calvino aveva eletto a propria dimora gli alberi, con o senza casupola di legno.
Stereotipi e fantasie letterarie novecentesche possono però coniugarsi con la realtà. Le tendenze hanno la capacità di rinnovarsi nella forma e nella sostanza per adattarsi a nuovi utilizzi, anche in luoghi “esotici” rispetto alla nazione di nascita. Sembra proprio ciò che sta succedendo alla casa sull’albero, che da elemento americano è stata da poco trapiantata in Piemonte, non come divertimento per ragazzini ma come effettiva abitazione per persone di ogni età.
Alcuni residenti nella località di Montipelati, nel Canavese, si sono infatti trasferiti sulla cima di alberi di castagno, in piccole case di legno. Gli abitanti sono attualmente una dozzina tra adulti e ragazzi. Le abitazioni sono formate per la maggior parte da un solo piano, pur con delle eccezioni, e sorgono a sette metri dal suolo, nel mezzo di un bosco. L’iniziativa è stata definita come “primo villaggio ‘arboricolo’ in Italia”. Una simile vita permette di essere perennemente a contatto con natura, promuovendo uno stile di vita ecosostenibile. L’ecosostenibilità parte proprio dalle case, ovviamente in legno, ma costruite secondo le norme di quella che viene denominata “bioedilizia”, un’edilizia che, oltre a rendere sicure le case, strizza l’occhio all’ambiente, sfruttando anche materiali riciclati. Il legno è usato anche per i ponti che collegano le diverse case del villaggio sugli alberi. Come sottolinea uno degli abitanti della piccola comunità: “Finalmente abbiamo trovato quello che volevamo e ci abbiamo messo radici. Il peso delle case non può essere sostenuto da tronchi giovani che non superano la quarantina d’anni; così usiamo travi di otto metri che pesano anche cinque quintali, poggiate su grossi massi e piantate accanto ai castagni.” Le costruzioni naturali non si sposano però con altrettanta semplicità all’interno né con una vita di sussistenza; nel villaggio sono presenti le ultime tecnologie come in qualsiasi città, e molti degli abitanti si dedicano ai mestieri più diversi, come manager o farmacista. La loro vita è quindi tale e quale a quella di qualsiasi abitante di qualsiasi città, con la differenza che per tornare a casa è necessario salire tra le fronde dei castagni. E’ da segnalare inoltre che il villaggio, a cui è possibile accedere in auto per proseguire poi a piedi, è in continua espansione.
In Piemonte è nato un villaggio di case sugli alberi
Creato il 24 giugno 2014 da Retrò Online Magazine @retr_onlinePossono interessarti anche questi articoli :
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