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In pino veritas

Creato il 14 settembre 2010 da Albino

Scusate ma il post di oggi va in onda in forma ridotta perche’ ho avuto casini atroci da stamattina, del tipo che sono andato a (o per meglio dire ho cercato di) rinnovare il mio visto ma la domanda mi e’ stata accettata “con riserva” perche’ mancava un documento non richiesto nel sito dell’immigrazione e un timbro non richiesto nel modulo della domanda. Maledetti.

Quando la tipa dell’immigrazione mi ha detto che mancavano delle carte l’avrei presa per il colletto e l’avrei schiaffeggiata, a mano aperta proprio, bam-bam. E gia’ avevo le palle girate da prima, perche’ mentre aspettavo due sedie in fianco alla mia si e’ seduto un indiano col baffo vestito anni ’70, un indiano di quelli che sanno di indiano no, non so se avete presente gli indiani (maschi) hanno quel particolare odore di stanza chiusa, non so come potrei definirlo, di stantìo (questo accento sono sicuro scatenera’ un altro acceso dibattito), di vestiti vecchi, di bidone della Caritas pieno di vestiti che sono stati nell’armadio della soffitta o in scatoloni per anni, ecco gli indiani sanno quell’odore, misto a curry e ad ascella naturalmente.

Vabbe’, Indiano a parte. Dopo aver fatto domanda sono tornato al lavoro con le palle girate e una gran voglia di piazzare un’autobomba all’ufficio immigrazione… ah tra parentesi sapete dove hanno messo l’ufficio immigrazione a Tokyo? Che domande, naturalmente in fianco alla discarica! Questo gia’ per farci capire la considerazione che ha questo paese nei confronti degli stranieri.

Insomma, sono tornato al lavoro verso mezzogiorno e mi hanno comunicato tutt’a un tratto che domenica devo andare a Parigi e poi a Berlino per delle riunioni con altre aziende che operano nel settore ferroviario, questo perche’ uno dei miei big bosses e’ bloccato in Cina per emergenze lavorative, quindi lo sostituisco io. Vabbe’, bella notizia, se non fosse che non mi sento in vena di viaggiare e rompermi le palle, fare valigie ecc., che provo fastidio nei confronti della Francia e di tutti i suoi abitanti, che mi frego il weekend lungo (gia’ perche’ lunedi e’ festa nazionale qui), che domenica sera mi salta la gia’ organizzata seratona con gli amici, e che in generale al momento l’unica cosa che desidero e’ ritirarmi a meditare in uno chalet canadese di quelli col fumo che esce dal camino e il lago davanti. Questo non per il Canada in se’, tanto per il contatto con la natura che qui in Giappone manca e questa cosa credo mi stia facendo seriamente sbroccare.

Voglio un pino, datemi un pino.

Doppisensi facili a parte, vado a fare qualcosa di utile.

In pino veritas



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