.. ad utilizzare i media come vettore per i propri strali, spesso molto al di fuori delle righe, con cui bersagliava, i colleghi e tutto il sistema della società italiana.
Alla fine il Blasco Nazionale è riuscito solamente a diventare la caricatura di se stesso con alcune affermazioni che hanno avuto più la dimensione della battuta comica, peraltro scarsa, che della critica politica e sociale.
Da qualche giorno a questa parte il web rimbalza anche le arringhe di altri due avvocati della comicità, Enzo Iacchetti ed Enrico Brignano.
Ad "Enzino" piace internet
Proprio come Vasco Rossi, Iacchetti ha preferito il canale virtuale per lanciare i suoi monologhi che trattano di politica, accusano questo o quel deputato e sono conditi da un linguaggio a metà tra l’ironico e l’insofferente.
Un pc nel proprio salotto, una webcam ed ecco il dissidente fatto in casa che ognuno di noi potrebbe diventare.
"La Iena"Enrico Brignano su e giu da un palco
Enrico Brignano, nuovo conduttore delle Iene insieme a Ilary Blasi e Luca Argentero, invece ha scelto il palco della trasmissione televisiva per esibirsi in un monologo molto divertente ma anche terrificante sulle abitudine della casta.
Attenzione: il discorso che sto per fare potrebbe dar fastidio a molti fan dei due comici quindi a loro consiglio di smettere qui la lettura e a fiondarsi su siti più interessanti tipo Youporn.
Premesso che non ho nulla contro Iacchetti pur non apprezzandone la vena comica e che Brignano mi fa morire dal ridere tutte le volte che guardo un suo sketch, devo dire che mi ha sorpreso un dettaglio di questa nuova tendenza che sta attraversando il mondo dei comici, e siccome il diavolo si nasconde spesso nei particolari ho provato a ragionarci sopra.
Non sarà successo solo a me di accorgersi che i due comici pur criticando apertamente il governo o membri dello stesso sono entrambi dipendenti di Mediaset, compagnia che sappiamo bene appartenere alla famiglia Berlusconi.
Quindi è come se l’operaio di una fabbrica utilizzasse i macchinari della fabbrica stessa per criticare il proprio datore di lavoro; e, in questo caso, il suddetto datore di lavoro che dovrebbe fare? Nel 99% dei casi l’operaio si ritroverebbe senza lavoro.
Non credendo assolutamente alla chimera della libertà di parola tanto millantata dal nostro presidente del consiglio mi è sorto un dubbio sui cui rimurgino da qualche ora: e se Iacchetti e Brignano fossero le prime voci fuori dal coro direttamente derivanti dalla perdita totale di controllo che sta investendo negli ultimi mesi tutto ciò che ha a che fare con il favoloso mondo di Arcore? Che sia l’inizio della fine catastrofica di un sistema che non riesce a risanare nemmeno i mal di pancia intestini?
Parimenti, invece, potrebbe essere un piano diabolico per far diventare i mali che affliggono il nostro sistema politico e sociale protagonisti di battute di spirito, fautori di risate scroscianti, argomento di ilarità, svuotandoli così da tutta la loro pericolosità?