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In punta di piedi nello spazio - Provato - PC

Creato il 26 febbraio 2015 da Intrattenimento

Un horror fantascientifico ancora acerbo

Tra pochi mesi uscirà Solarix, dopo quattro anni di sviluppo e una campagna Kickstarter finita con un insuccesso. Il gioco, ispirato visivamente a System Shock, è un horror fantascientifico in prima persona con scenari aperti che offrono diversi approcci possibili al giocatore, sebbene quello furtivo sia fra tutti il più rilevante. D'altronde il protagonista di Solarix è un ingegnere elettronico, più a suo agio fra i circuiti che non fra le pallottole. Questo lo abbiamo scoperto leggendo un po' di informazioni su Internet, perché la demo che abbiamo provato comincia senza nessun tipo di introduzione. Ci svegliamo nei nostri alloggi all'interno di una struttura spaziale.

In punta di piedi nello spazio
In punta di piedi nello spazio
Per il momento non sappiamo se ci troviamo in orbita o meno, ma c'è un casco in bella vista, e noi lo indossiamo subito, perché non sappiamo cosa ci sia là fuori ad attenderci. Il primo incontro con il mondo di gioco non è comunque esaltante. Gli ambienti sono scialbi, privi di personalità, lontani dalle potenzialità dell'Unreal Engine. Anche il rumore dei passi del protagonista è fuori posto, sembra quasi che abbia le gambe troppo corte e debba affrettare il passo per tenere dietro alla telecamera che avanza. A colpo d'occhio Solarix potrebbe benissimo essere un gioco del 2005. Comunque non ci lasciamo scoraggiare e andiamo a dare un'occhiata in giro. La voce robotica di un'intelligenza artificiale ci parla ogni tanto da una finestra dello schermo, e sparsi qua è là si trovano delle registrazioni audio, così che qualche idea su quanto è accaduto cominciamo a farcela. Purtroppo gli oggetti interattivi sembrano posati per caso in aree alle quali non appartengono, come se qualcuno avesse traslocato in tutta fretta dimenticandosi un paio di PC comodamente accesi con informazioni rilevanti in bella vista. Dopo avere percorso qualche corridoio scopriamo che l'obiettivo è trovare una fonte di energia per mettere in moto l'ascensore. Nel frattempo un'altra persona compare nel piccolo schermo dove prima c'era l'intelligenza artificiale. Si direbbe essere una ragazza con la maschera di Sub Zero. Non è chiaro cosa voglia da noi, ma il doppiaggio ha un tono che rende false le sue minacce. Quando finalmente troviamo la fonte di energia, impresa tutt'altro che ardua, compare la prima fonte di pericolo. Il gioco si impegna a farci sapere che dovremmo essere spaventati, ma purtroppo l'atmosfera non ci ha attirati nella sua rete di paura. Vanno bene i corridoi tetri e la musica inquietante, ma se prima non ci siamo calati nella parte è difficile credere a ciò che vediamo sullo schermo. Facciamo comunque la conoscenza del primo nemico, una specie di ex astronauta mutato. Lo raggiriamo goffamente, perché il suo sistema di rilevamento visivo è quanto mai impreciso. Diciamo che gliela facciamo letteralmente sotto il naso. Se provassimo a fare una cosa del genere con l'alieno di Alien: Isolation saremmo finiti infilzati ancora prima di vederlo scattare. Pazienza, almeno ora siamo fuori. All'esterno scopriamo una vasta superficie planetaria, con losche guardie di pattuglia che sciabolano minacciosi mirini laser. Andiamo pure avanti.

twittalo! Solarix è pieno di buone intenzioni, ma a pochi mesi dall'uscita sembra troppo indietro nello sviluppo

Come fai a non vedermi?

La seconda area ci permette di vagare un po' all'aria aperta. Purtroppo la sequenza delle azioni per aprirci una via di fuga è ancora troppo lineare. Gli sviluppatori parlavano di situazioni aperte, ma qui è sufficiente seguire un percorso predefinito per trovare gli oggetti chiave. L'immedesimazione è nulla, anche perché se davanti al cadavere di un collega il nostro muto protagonista si limita a cercare una sega per tagliargli la mano, che motivo abbiamo noi di preoccuparci? La mano, detto fra parentesi, ci serve per aprire una porta che rileva le impronte digitali. Arriviamo così a mettere le mani su altre due tessere magnetiche e a vedere qualche nuovo video.

In punta di piedi nello spazio
In punta di piedi nello spazio
Siamo perciò pronti per andarcene. E le guardie di cui parlavamo prima, direte voi? Le guardie sono dotate di un'intelligenza artificiale insufficiente. Se restiamo in ombra, nonostante l'ambiente aperto e le tante fonti di luce, allora non ci vedono neppure passando a pochi centimetri di distanza. I loro percorsi sono quelli che seguirebbe un robot di pulizie domestico e basta muoversi restando chinati per evitare guai. Se proprio ne abbiamo voglia possiamo usare uno storditore elettrico, ma bisogna trovarsi esattamente alle loro spalle, in piedi, e a una distanza difficile da calcolare, sicché tanto vale evitare il rischio di prendere una mitragliata nella schiena. Se questa è la varietà negli approcci promessa dal gioco, l'obiettivo al momento non sembra affatto raggiunto. Giacché parliamo di gadget vale la pena citare anche una specie di pinza elettrica con la quale si possono manomettere alcuni sistemi di sicurezza. Basta usarla diverse volte sul dispositivo fino a quando il numero visualizzato non scende a zero. Una meccanica priva di immaginazione e coinvolgimento. Ancora una volta pensiamo agli strumenti di Alien: Isolation e sospiriamo. Arriviamo dunque all'ultima area della demo, nella quale il divario fra le ambizioni di Solarix e il risultato finale è più evidente. Quella che dovrebbe essere una lussureggiante vegetazione aliena appare rozza e spenta. Il sito di schianto dell'astronave manca di innumerevoli dettagli e tutta l'area è infestata da astronauti zombie che ci costringono a percorrere lunghe distanze a carponi, mettendoci un'infinità di tempo, nella speranza di trovare l'oggetto che ci serve per non dovere tornare indietro e soffrire di nuovo per un altro lungo attraversamento. Finalmente anche l'ultima porta viene aperta e raggiungiamo l'area finale della demo. Qui il nostro ingegnere si impossessa di una pistola, casomai ci fossimo stancati di procedere chinati, e può raggiungere la schermata finale in tutta sicurezza. Insomma, Solarix non ci ha convinti. Abbiamo provato una demo, certo, ma ci è stata inviata quando mancano pochi mesi all'uscita del gioco. Difficilmente sarà molto lontana dalla versione definitiva. Se però gli sviluppatori riuscissero ad aggiustare l'intelligenza artificiale e ci fossero svolte narrative interessanti, le basi, seppure minime, sarebbero sufficienti per tenere in piedi il gioco. Ci va benissimo che non sia un capolavoro: basta solo che non affondi. Solarix - Il trailer che illustra il progetto
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Solarix - Il trailer che illustra il progetto


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