Magazine Maternità
“Ma da quale dobbiamo andare?” mi chiedesti indicandomi le cinque infermiere dell’ospedale che prelevavano il sangue per le analisi…eravamo in fila per due, mi giro e guardo la tua pancina appuntita spuntare dal maglione: “A che mese sei?” “Quarto”…”Anche io!” “ Quando è prevista la data della nascita…!?” e così, simpaticamente incominciammo a parlare di quegli argomenti che ci avrebbero visto ridere, sorridere, preoccupare, incuriosire per tutti i mesi restanti aspettando i nostri nanetti, come li chiami tu…
Mi aspetti alla porta che finiscano il mio prelievo per scambiarci i numeri di telefono, e ci avviamo verso i nostri mariti…ops…come mai parlano? Ci sono trecento persone, e proprio loro due parlano…loro ci vedono arrivare e hanno la nostra stessa faccia basita, del tipo: “Che ci fanno insieme loro due?” E così scopriamo che i nostri mariti erano compagni di classe alle medie…che coincidenza!!! Ci scambiamo i numeri, ci messaggiamo continuamente…”che fa il nanetto? E’ un calciatore! E la fame? E la pancia? Andiamo a comprarci qualche vestitino nuovo??? Quanto pesi? La mia ginecologa è incavolata nera, devo dimagrire! Abbiamo fatto la seconda ecografia, che emozione”…e così avanti per tutte le settimane di questa splendida avventura che stavamo vivendo assieme…
Passano due settimane senza sentirti, né vederti, né messaggiarti…ti mando messaggino:
” Mammina, come stai? Ed il pupetto???”….mi rispondi che il cucciolo alla 36esima settimana aveva voglia di vedere la mamma e il papà e così con parto cesareo è nato Francesco…ora tocca a me…
Voglio venirti a salutare all’ospedale ma mi dici che hai una brutta febbre per cui è meglio aspettare e rimandiamo l’appuntamento a casa…il mio cucciolo è ancora nella mia panciona…proseguo il percorso da “sola”, pensandoti, amica mia, e non vedendo l’ora di vivere con te questo momento magico…
Una settimana dopo, solito rassicurante appuntamento con l’sms: “Ciao mammina, come state? Quando possiamo venire ?” e Tu: “stamattina dopo aver aspettato la sua mamma, il piccolo Francesco ha preso il volo.”
Silenzio, un pianto a dirotto, il cuore si stringe, il mio fagottino scalcia all’impazzata…il tuo nanetto è morto, non c’è più. Non ho parole.
Corro da mio marito. Piangiamo assieme.
Tre settimane dopo è nato il mio Patatino…
Sappi amica mia, che il pensiero di te non mi ha mai abbandonata, e il tuo dolore l’ho fatto mio ed ammiro la forza che tu hai e… senza troppe parole,come in quell’abbraccio che ci siamo date quando ci siamo viste… ti sono vicina!