Son nato qui, tra li sen d’una Madre di storia
e di vita che conta, tra fiocchi di Alpi e tra rive
di mare, ove erranti pòpoli e miti
sposan pianure baciate da un sole velato
alle pendici di dormienti vulcani…
Son cresciuto qui, sentendo parlàr
d’una Patria d’inventori e poeti, di guerre e
armistizi, di ladri e d’onesti…
Ho colto qui, da grandi immortali maestri,
l’essenza d’una Commedia o d’un Infinito,
lo suon d’un dolce fioccàr di chiose scandite
dall’Inno d’una stilo notturna,
l’idea di Creàr un’Italia coi suoi italiani…
Mi son perso tra templi, sculture e quadri perenni…
Ho qui respirato la tempra migrata d’eroi passati,
di gladiatori, di partigiani, di studenti ricolmi di speme
e invocanti a gran voce una pace di fine millennio…
Ho respirato, sempre qui e pur oggi, la stessa voglia
di fàr d’altri eroi non affatto passati, caduti
per un ideale di giustizia eclissato
dalle mani d’un sistema da sempre corrotto…
Ho qui visto la fame, la rabbia, le ferite di vita su visi innocenti…
Ho gustato la gioia d’un pezzo di pane, di casa, di canzone…
Ho udito parlàr lingue barbare, morte, dialetti…
Son partito per nuovi mondi proprio mentre vittime di violenza
passavan li nostri mar alla ricerca d’un futuro ricolmo di libertà…
Ho viaggiato, colto e assaporato le arti che vivon ‘sta Terra,
eppùr mai per niente, lo còr mio potrà ai posteri spiegàr
il perché sia voluto morìr qui,
tra le braccia e il calòr d’una Madre sì tanto cara