in questa notte fantastica, la prima dell’era Renzi

Creato il 03 settembre 2013 da Plus1gmt

Crescono i “rumours” intorno a Renzi che si sta sempre più affermando attraverso i media come l’uomo della svolta. Renzi pronto a guidare il partito, Renzi pronto a dirigere il Paese, Renzi che riceve endorsement da Franceschini e dall’area dem, dagli ex-popolari, Renzi che twitta mai più guerrOH WAIT! No, quello è un altro. Su di me, come sapete, Renzi ha un pessimo influsso che deriva sostanzialmente dal fatto che con il PD non c’entra nulla, che malgrado sia già stato umiliato alle primarie con la sua boria parla a nome di milioni di persone che non l’hanno votato, che attragga gente che già non sopportavo prima, tipo Jovanotti, la Bignardi, Baricco eccetera, figuriamoci oggi in cui Renzi incarna l’unica speranza e l’unica possibilità di sconfiggere l’elettorato del PDL grazie anche ai voti dell’elettorato del PDL e di arginare quegli esagitati seguaci del celebre conduttore di “Te lo dò io il Brasile”. Vedremo cosa succederà, se ci saranno altre primarie o no, di certo si profila una nuova rincorsa al meno peggio che questa volta davvero peggio di così non poteva andare. Come dico giustamente io, moriremo demorenziani.

Ma non è tutto. Non avete idea di quanti Renzi ho incontrato nel mio lavoro, non necessariamente con l’accento toscano anche se l’accento toscano introduce un’aggravante. Senza offesa, eh. Individui che vogliono metterti a tuo agio, vogliono entrare in sintonia, convincerti a qualcosa anche quando hai di partenza un’opinione agli antipodi, che ti seguono nella postura e negli sguardi per portarti dove vogliono loro anche se stai andando da un’altra parte. E poi la faccia. Sto notando che ogni volta in cui vedo una nuova foto del sindaco di Firenze, oggi aspirante tutto, trovo somiglianze con qualcuno. O magari poi sono io che nel mio disordine interiore colgo aspetti del tutto arbitrari. Ma ritrovo attori, cantanti di successo, giornalisti, fino a un mio caro amico batterista che non vedo da anni e che si chiama Alfio. Anzi, ciao Alfio.

Probabilmente quindi si tratta di come lo percepisci, io lo percepisco male e nulla me lo farà piacere, perché vincere contro Berlusconi con i voti di Berlusconi è una vittoria a metà, un larghe intese bis, è la fine del Partito Democratico e il trionfo di Jovanotti, Bignardi, Baricco e tutta questa grande chiesa che parte da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa. A proposito. Non so se avete letto l’intervista a Gimme Five di Gramellini pubblicata su La Stampa di ieri l’altro. Ecco tutto quello che non mi piace del renzismo, di questa frenesia della crescita e del reinventarsi perché basta l’idea, la verve, la sintesi e lo slogan quando da queste parti la complessità è senza precedenti. Complessità orizzontale, perché ti voglio vedere a mettere insieme un insieme di persone ancora più eterogeneo di quello del PD di oggi che sarà il PD di Renzi, e complessità verticale, che in Italia va da Nord a Sud, dai ricchi ai poveri, dagli italiani di serie A a quelli in promozione che italiani non lo saranno mai malgrado vivano e lavorino dentro i nostri confini. Questa frenesia che poi è strano, in inglese frenesia si dice proprio “frenzy”.



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