Anto è svenuta nel letto con accanto la Nana influenzata con una tosse grassa ma così grassa che… paura.
Patatone è in braccio a me. Appena lo stendo gli va il catarro in gola e si sveglia…
E’ una di quelle notti silenziose dove i pensieri sono così rumorosi che ti viene da scrivere.
Un domani probabilmente leggerete e forse, avrete modo di sapere come viviamo ora, quanta fatica…
Siete due terremoti.
Anto è sfatta, la fate stremare e soprattutto in questi giorni in cui anche lei ha la febbre e vi ha accuditi tutta la notte, non la aiutate a recuperare. Un giorno proverete cosa vuol dire non dormire.
Io e Anto avevamo tanti grandi progetti. Li abbiamo ancora ma forse sono un pò inpolverati.
Presto o tardi li tireremo nuovamente fuori dal cilindro…
Voi due eravato il nostro più grande progetto.
Il secondo progetto era una casa in mezzo ai boschi, questo dovrà rimandare per qualche tempo…
Io sono a pezzi, il mio lavoro non è certo “the best of” ma è quello che passa il convento e nonostante i capi ci dicano che dobbiamo andare a evangelizzare i colleghi ribelli con frasi tipo “siamo fortunati”, “non lamentarti l’azienda si sacrifica per te!”, “potrebbero licenziarci invece…”
Per la cronaca io sono un collega ribelle.
Ribelle perchè non si possono fare 12/13 ore di lavoro al giorno comprese trasferte su e giù per la Sardegna e sapere che tanto ti pagheranno 8 ore con una forma contrattuale assolutamente ingiustificata tipo “archeologo contratto vattelapesca/part time” giusto perchè così pagano una catarfarrata di soldi in meno di tasse e soprattutto anche a me!
Posso lavorare 12 ore. Posso essere pagato poco ma dovermi anche stendere all’ingresso con la scritta “welcome” sulla schiena per farci pulire i piedi ai capi è un pò troppo!
Perchè a fare l’inprenditore sulle spalle degli altri sono bravi tutti.
Che poi in fin dei conti non è pochissimo ma per lo stress di ogni sera, il malumore che porto a casa al rientro, la mia perenne insoddisfazione, l’assenza di gradificazione rovinano quel poco tempo che passo con voi.
E mi vedete incazzato, nervoso, demotivato.
Scusate, mi sfogavo un pò…
Ma alla fine si stringono i denti, si cerca di andare avanti.
Perchè non me ne vado? Perchè mi chiedete?
Non lo so. Non mi sento di scaricare le responsabilità sui Nani.
Forse non lo faccio per vigliaccheria. Non lo faccio perchè nonostante mi dicano sia uno bravo sulla piazza non sappia quantificare il “bravo”. Non lo faccio per paura di deludervi, non lo faccio per tanti motivi.
Non lo faccio perchè Nonna Ossy mi ha sempre detto che ogni lavoro è onorevole e di non lasciare se non ho alternative.
Non lo faccio. Sono un vigliacco.
Vorrei che un giorno non mi rinfacciaste che non ho avuto il coraggio di puntare più alto!
Ho solo paura di avere le ali di Icaro e nel cadere giù portarmi dietro tutti voi…
PS: Patati perdonateci se qualche volta siamo sclerati e nervosi. Non vorremmo mai ma l’essere adulti è proprio una brutta cosa.
Quando ero piccolo e litigavo con i miei dicevo “con i miei figli io non farò gli stessi vostri errori”
Quando siete nati mi sono ricordato di quello che dicevo. Mi risuonava in testa come un tamburo.
Ho provato e riprovato a non commettere gli errori che i grandi fanno a danno dei bambini.
Ci stiamo provando e continueremo a provarci.
Lots loves Papà