Sorgono nuovi ostacoli per l’organizzazione del voto in Repubblica Democratica del Congo dopo le dimissioni di don Apollinaire Malu Malu dalla guida della Commissione elettorale nazionale indipendente.
Il religioso, che aveva già organizzato, nel 2006, le prime elezioni dopo le due guerre congolesi (tra 1996 e 2003) era tornato alla guida dell’organismo dopo le polemiche seguite al voto del 2001, che aveva riconfermato al potere Joseph Kabila.
Del capo di stato, Malu Malu era nel frattempo divenuto consigliere. Ragioni di salute non meglio specificate - per cui il religioso si trovava da tempo all’estero - hanno motivato le dimissioni presentate sabato.
La notizia è stata accolta con preoccupazione dall’opposizione, che teme uno slittamento del complesso calendario elettorale destinato a culminare nelle presidenziali di novembre 2016. Un rinvio permetterebbe di fatto a Kabila di restare al potere oltre la scadenza del secondo mandato, l’ultimo possibile secondo la costituzione.
Samy Badibanga, del principale gruppo parlamentare d’opposizione, l’Upds, ha sostenuto che anche le dimissioni di Malu Malu siano state ritardate in modo da “guadagnare tempo”.
Di “un altro fulmine a ciel sereno” nello scenario politico ha invece parlato Olivier Kamitatu, coordinatore del G7, un gruppo di forze politiche recentemente passato all’opposizione di Kabila.
Nessun commento politico dal governo, che si è limitato a chiedere alla società civile, da cui il presidente della Ceni deve essere espresso, di indicare un proprio nome per la successione. È probabile che ciò avvenga dopo una consultazione generale dei vari organismi, un processo che allungherebbe ulteriormente i tempi tecnici.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)