Il rialzo dei tassi deciso dalla BCE il 7 aprile, che ha portato il costo del denaro dall’1 all’1,25%, ha destato serie preoccupazioni soprattutto tra i titolari di mutui a tasso variabile, che in seguito a questi incrementi rischiano di veder lievitare la rata mensile dei finanziamenti. Meglio allora scegliere il tasso fisso? Non proprio: con ogni probabilità, infatti, aumenteranno anche gli interessi sui nuovi mutui a tasso fisso.
In queste settimane l’indice Eurirs (il parametro su cui si basano le rate dei prestiti ipotecari a tasso fisso) è in crescita: in particolare gli Eurirs a 20 e 25 anni (le durate preferite da chi accende un finanziamento per la casa) hanno già superato il 4% (contro il 3,8% del mese di marzo e il 2,67% dell’agosto 2010), e potrebbero continuare ad aumentare in seguito alla politica monetaria della Bce, che ha previsto ulteriori rialzi dei tassi a luglio e a fine anno.
In questo caso i mutui a tasso fisso potrebbero risultare nei prossimi mesi decisamente più cari: si parla, rispetto ad un mutuo acceso ora, di 30-40 punti base in più. Ciò si tradurrebbe, per un finanziamento ventennale di 150 mila euro, in una rata mensile più cara di 35 euro (pari al 3,5% in più).
In questo scenario, torna ad apparire vantaggiosa la stipula di un mutuo a tasso variabile che, sebbene subisca i rialzi dei tassi, garantisce una rata iniziale quasi sicuramente più bassa. (help consumatori e supermoney)