In risposta a Verdone: la casa in collina, caro Carlo, non c'è più

Creato il 24 agosto 2014 da Alessandromenabue
"Vorrei essere più ottimista, lo so che da me la gente si aspetta che io la faccia ridere, ma non ce la faccio. I miei coatti avevano qualcosa in grado di salvarli: una loro dolcezza, una loro malinconia. Se poi salgo di livello e penso alla coatteria “alta” di Pasolini, c’era sempre un’anima. Ecco: io quell’anima non la vedo più. E’ una società sprofondata dentro la pornografia e livellata verso il basso, che non si stanca mai di scendere ancora più giù. Mi isolo in campagna, mi rifugio in biblioteca e provo a riflettere su cose più serie. Poi torno in questo mondo, ma mi accorgo che non ne faccio quasi più parte. Lo dico chiaramente e con dolore: spesso questo mondo mi fa schifo e, quando mi trovo costretto a raccontarlo, mi turo il naso e mi chiedo come sia stato possibile arrivare a una tale mancanza di educazione". Le dichiarazioni sono tratte da un'intervista di Andrea Scanzi pubblicata oggi sul Fatto Quotidiano. Sottoscrivo ogni virgola, con alcuni distinguo: di questo mondo, caro Carlo, facciamo parte sempre. La casa in collina è crollata da un bel pezzo, e se ancora esistesse farebbe bella mostra di sè su Instagram, suo malgrado. L'altera - e volendo anche sana, talvolta - distanza dalle piccinerie del mondo poteva avere un senso al tempo di Pasolini (che nell'intervista tu citi). E quella che tu definisci "mancanza di educazione" io la chiamo indecenza autoindotta. Oggi siamo tutti parte del coattame; aspettiamo tutti la chiamata per la secchiata d'acqua gelata. Qualcuno un filo più in alto di noi mutava l'acqua in vino, noi trasmutiamo le buone intenzioni in letame. Non abbiamo imparato nulla, se non ad alimentare il coattame che ci circonda. Tutti siamo responsabili. Anche tu lo sei, certamente senza intenzione: i tuoi personaggi coatti, anzichè essere figure esecrabili, sono diventati figurine tutto sommato simpatiche e (teoricamente) inofffensive. Sotto questo aspetto il talento di Sordi non ti ha nemmeno sfiorato, nonostante il tuo immenso talento. Un talento che, ne sono certo, nei prossimi anni sapra far valere per descrivere questa realtà che non solo a te fa schifo. Con Affetto.

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