In secula seculorum – La falsa vera storia di Andreotti
mercoledì 15 maggio 2013 di Valentina D'Aleo
Il diavolo userà la verità per ferirti ed alla verità mischierà la menzogna per confonderti. (Prete esorcista a proposito di Giulio Andreotti)
‘U immurutu menz’a via u so immu un su talìa. (Antico proverbio balcanico)
1919, Egitto. Un gruppo di archeologi alla ricerca di magnifici tesori sepolti s’imbatté in un sarcofago diverso da quelli che siamo abituati a vedere nei musei e su National Geographic. Sul coperchio vi era l’immagine di uno scudo crociato e un’iscrizione che recitava: “La morte è soltanto il principio”. All’interno un corpo straordinariamente integro, vestito di tutto punto e sul naso un paio di occhialini. Gli archeologi sentirono un brivido di terrore percorrere le loro membra, ma una forza malvagia, potente, li spinse a leggere comunque l’iscrizione posta ai piedi di quel mostro deforme. Quando capirono di aver commesso un errore era troppo tardi. Quell’empio demone era stato sepolto, ben nascosto tra le sabbie del deserto, NON-MORTO per l’eternità. Una volta risvegliato egli si levò come un morbo democristiano, una peste per l’umanità, con la forza dei secoli, il potere della gobba, la gloria dell’invincibilità.
Nel corso della storia questa strana e sinistra figura era già comparsa sotto altre spoglie, sempre diversa ma sempre uguale.
Vari documenti, tra cui i Manoscritti del Mar Morto, i Vangeli ipocriti (vale a dire quelli non riconosciuti dalla Chiesa) e le istruzioni per montare Billy, una delle librerie di Ikea, attestano la sua presenza costante negli avvenimenti più significativi delle umane vicende. Il celebre storico Clitoride di Pilo narra che fu lui a fondare Roma, a convincere i Troiani ad accogliere il famoso cavallo di legno entro le mura della città, a riempire il recipiente in cui Pilato si lavò le mani, ad asciugare il volto di Cristo durante la salita al Golgota, a radere al suolo Cartagine, a vendersi a Serse in cambio di sgualdrine per vendicarsi di Leonida. Sappiamo inoltre che tentò Gesù nel deserto e che la Mezzaluna fertile era una rappresentazione della sua gobba.
In epoca più recente, un giovane avvocato di nome Jonathan Harker scrisse nel suo diario di essere stato suo prigioniero. Pare che il demone non bevesse mai… vino.
Victor Hugo parla di lui in Notre Dame de Paris (per chi non lo sapesse, non nasce come musical spaccamaroni di Cocciante), quando si dilettava a rapire le zingare con la scusa di mostrar loro la sua collezione di campane.
Nel 1893 pare che Edvard Munch si ispirò ad un fortuito incontro con il mostro in questione per dipingere “L’Urlo”. E fonti attendibili giurano che fu lui a sparare a Rimbaud, facendo cadere poi la colpa sul povero Verlaine.
Prima di conoscerlo, Baudelaire amava gli orsacchiotti pelosi rosa e scriveva su “Castità a gogò”.
Questo innominabile essere fu la causa del diffondersi del mal du siècle e delle canzoni neomelodiche.
Ne Il secolo breve di Eric J. Hobsbawm si dice chiaramente che fu lui ad assassinare l’arciduca Francesco Ferdinando e a comparire nei sogni di Hitler per ispirarlo in stile Shining.
Ora voi, gentili lettori, vi chiederete se sia possibile tutto ciò. Vi rispondo con molta sincerità dicendovi che solo far sorridere i Sofficini è impossibile.
A quanto pare, ad un certo punto, Egli si stancò di vagare per le epoche storiche e, soddisfatto del male che aveva diffuso per il mondo, decise di fare dell’Italia post bellica la sua casa. Dato che questo Paese ha notoriamente un debole per gli uomini dalla dubbia moralità, si trovò subito a suo agio e divenne: sette volte Presidente del Consiglio, otto volte Ministro della Difesa, cinque volte Ministro degli Esteri, e venti volte Miss Italia. Divenne amico fraterno dell’organizzazione scelta per sostituire lo Stato, tant’è che era solito scambiarsi fluidi corporei con i capi dei capi.
Dietro le stragi di mafia, l’omicidio di giornalisti, il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, la strage di Ustica e l’acconciatura di Moira Orfei c’era lui.
Sfortunatamente, dopo 94 anni di permanenza sul suolo italico, decise di “morire”, come la Veronica di Paulo Coelho. Era stanco e aveva bisogno di togliersi dai piedi per qualche secolo per poi ritornare più forte.
Fu posto in una bara e sepolto in un luogo sconosciuto. Sul coperchio una targa con scritto “Ritornerò!”. Fu per questo che il suo medico di base, il preoccupato dottor Van Helsing, che non fu informato della vicenda, organizzò tre giorni dopo i funerali una spedizione, armato di paletto di frassino, aglio (oglio e peperoncino), croci di diverse dimensioni, per porre fine una volta per tutte all’incubo più grande di tutta l’umanità, dopo la pubblicità di un gestore di telefonia mobile con un orso da sfondare di mazzate.
L’operazione è ancora in corso. Nel caso in cui venisse recuperata la scatola nera posta nella gobba di Egli, sarebbe necessario riscrivere i libri di storia.
Prendete le mie parole come una favola o, se volete, credeteci veramente. Cazzi vostri.
Un abbraccio, Adam1.
1 Rif. Adam Kadmon, oscuro pagliaccio complottista portato in auge dalla trasmissione “Mistero”.
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