La stagione televisiva in corso è ricca di novità e una di queste è rappresentata dalla contrapposizione, nella stessa fascia oraria e nello stesso giorno, dei programmi di approfondimento giornalistico curati da Michele Santoro e da quello che fu uno dei suoi più apprezzati collaboratori, quel Corrado Formigli appena assurto agli onori della cronaca per il risarcimento milionario che è stato condannato a pagare, con la Rai, alla Fiat, a causa di un servizio mandato in onda, ovviamente, nella trasmissione creata da Santoro, la famosa AnnoZero.
Era inevitabile che ci fosse un'attenzione particolare sulle vicende delle due trasmissioni, dal momento che fatalmente sarebbero andate a catturare lo stesso tipo di pubblico, quello che in passato aveva seguito le trasmissioni di Santoro, e fin dalla prima puntata si è stati soprattutto attenti a quanti spettatori i due conduttori riuscivano ad attrarre sulla propria rete, più che a valutare il valore giornalistico delle due trasmissioni.
Ieri è accaduto che l'argomento scelto dai due conduttori fosse lo stesso per entrambi le trasmissioni, i conflitti sulla realizzazione della Tav in Val di Susa, cosa che ha accentuato il confronto tra le due trasmissioni e la curiosità di come sarebbe andata a finire lo "scontro" tra l'allievo e il maestro (le due trasmissioni possono essere riviste in streaming sui rispettivi siti).
Devo dire che, nonostante la pretesa esposta già nel nome della trasmissione, Piazza Pulita di Formigli è, a mio parere, una trasmissione di servizio pubblico, o meglio sarebbe dire a servizio del pubblico, che quella di Santoro ed il motivo è molto semplice.
Benché il format sia praticamente lo stesso, ma tutte le trasmissioni di questo genere di assomigliano, essendo composte dal confronto tra persone che portano nella discussione diverse opinioni su un agomento, più alcuni servizi giornalisti che tentano di spiegare al pubblico come stanno effettivamente le cose, Formigli ha cercato di non invadere il campo dando una spinta per indirizzare il pubblico ad abbracciare una delle due tesi contrapposte, cercando invece di fornire al suo pubblico informazioni oggettive e il più possibile complete, nonostante non siano mancati in studio momenti di forte contrasto tra gli ospiti.
Fin dal primo minuto s'è invece capito che la scelta di Santoro era stata completamente diversa. La prima preoccupazione del giornalista salernitano è stata infatti quella di "alleggerire" il clima di violenza che è stato creato attorno ai cantieri della Tav, presentando tra l'altro come un povero innocente l'ormai mondialmente famoso Marco Bruno, il 28enne che aveva provocato un carabiniere solo qualche giorno prima, provocando la sdegnata reazione dell'opinione pubblica.
Una scelta, quella di Santoro, legittima e comprensibile, legata com'è a tutto il passato del giornalista, ex militante di formazioni di estrema sinistra come "Servire il Popolo", ma che poco si conciliano con l'idea di servizio pubblico, a meno che questi non sia diretto a una sola parte del pubblico.
A far chiarezza sul fatto che la trasmissione fosse dalla parte dei manifestanti, ci ha poi pensato la vedette del programma, il giornalista Marco Travaglio, che come ogni settimana ha recitato il suo monologo, perfetto ben studiato, calibrato e perfetto anche nelle pause previste per l'applauso del pubblico (ormai Marco è un attore consumato) tutto teso a dimostrare l'inutilità, anzi la dannosità dell'opera.
Rispetto a quella di Santoro però, quella di Travaglio appare una ben strana presa di posizione, si si pensa che il giornalista torinese era partito come giovane cronista appartenente all'area cattolica integralista, e vederlo oggi sposare le cause di frange della sinistra estrema, violente e spesso anarchiche, fa un po' specie.
L'impressione che ho avuto è che la trasmissione di Santoro, che dipende dagli entroiti pubblicitari raccolti, sia più attenta ad attirare il pubblico e un certo tipo di pubblico, più che offrire un'informazione obiettiva. Così come pure Travaglio è ormai, più che un giornalista influente che fa opinione, un giornalista che insegue l'opinione comune, sempre naturalmente per ragioni economiche.
Del resto è ormai scomparso il catalizzatore di tutti i malcontenti e fare ascolto è sempre più difficile.
La difficoltà del fare ascolti elevati è confermata dai dati auditel della serata di ieri, che vedono prevalere Santoro, con 1.475.000 spettatori e uno share del 6%, su Formigli, che ha raccolto 768.000 spettatori e uno share del 3,29%, premiando quindi la faziosità all'obiettività, ma con entrambe le trasmissioni in calo d'ascolto: in particolare Servizio Pubblico ha perso 200.000 spettatori e lo 0,71% rispetto alla scorsa settimana.