In Sicilia le bollette dell’energia elettrica hanno la tariffa più alta d’Italia: ad esempio, nella settimana che si è conclusa il 7 aprile il prezzo medio di vendita dell’energia elettrica registrato al Sud è stato di 50,73 euro/MWh, mentre in Sicilia ha toccato 70,45 euro/MWh.
Da quando il settore è stato liberalizzato, l’isola ha vissuto un percorso controcorrente rispetto al resto del Paese dove la tendenza del costo dell’energia elettrica è stata al ribasso.
In Sicilia, invece, la liberalizzazione non ha portato alla crescita delle infrastrutture ma ad un incancrenimento dei piccoli potentati e interessi locali che stanno impedendo lo sviluppo di opere rilevanti per la strategia e la sicurezza energetica nazionale. A denunciare questa situazione, ormai nota da tempo, è Assoutenti che spiega come la ragione di ciò stia nel sistema quasi isolato che esiste tuttora in Sicilia per mancanza di un elettrodotto di portata significativa che la colleghi al continente.
In Sardegna grazie all’elettrodotto Sapei, il livellamento dei prezzi con il continente è stato immediato. In Sicilia c’è il progetto di un elettrodotto, portato avanti da Terna: l’elettrodotto Sorgente-Rizziconi. Ma questo progetto, nonostante sia un’opera strategica dal punto di vista nazionale ed europeo (e il cui ritardo ci costerà pesanti sanzioni), incontra rallentamenti e opposizioni di ogni tipo: intralci burocratici, ma anche fenomeni di corruzione e l’opposizione di rozze politiche locali. Su questa situazione è intervenuta finalmente e autorevolmente anche l’Antitrust che ha richiamato le Autorità regionali ad un’ assunzione di responsabilità per garantire la sicurezza elettrica ai siciliani.
Assoutenti auspica che queste resistenze vengano superate nell’interesse dei consumatori italiani e siciliani che da troppo tempo stanno pagando per gli affarismi di pochi e le negligenze della Pubblica Amministrazione.