Sembra che una delle nuove tendenze del gioco d’azzardo sia l’edificazione di distretti del gambling stile Macao e Las Vegas, vere e proprie cittadelle ad alta concentrazione di casinò. Il primo progetto faraonico di questo tipo nel Vecchio Continente vedrà la luce entro la fine del 2012 tra l’Austria e l’Ungheria e punterà a divenire un centro nevralgico del poker e delle slot machine.
Prima di scoprire se questo format possa far presa anche
in Europa, uno dei più ricchi magnati legati al gioco d’azzardo, Sheldon Adelson, patron del colosso Las Vegas Sands, ha deciso di giocare le proprie carte, vale a dire una parte del suo immenso capitale, per una gambling city in Spagna (non è ancora noto con precisione se si farà vicino a Madrid o Barcellona) che dovrebbe prendere il nome di Euro Vegas.
L’investimento record da parte di Adelson sarà di 15 miliardi di euro, a cui si dovrà aggiungere il capitale di altri imprenditori in vena di rischio. Com’è noto infatti il settore del gioco d’azzardo terrestre sta vivendo un declino a vantaggio del suo corrispettivo online, e questo sta avvenendo soprattutto dove la crisi economica più si fa sentire, tipo a Las Vegas, che nel giro di qualche anno potrebbe addirittura trovare una nuova vocazione rispetto a quella che l’ha resa celebre in tutto il mondo.
A convincere le autorità spagnole a cedere le concessioni per questa Las Vegas iberica pare essere il ritorno in termini occupazionali. Casinò, ristoranti, locali notturni e alberghi potrebbero dare lavoro ad oltre 150 mila persone più o meno qualificate, secondo le rosee previsioni degli esperti di Las Vegas Sands. Nella strip ispirata alla città dalle mille luci verrebbero costruiti centri commerciali, sale per congressi e resort per un totale di oltre 20.000 camere da letto. Ma il fulcro di tutto, il cuore pulsante del progetto, sarà il casinò.