I fatti li conosciamo in quanto le cronache sono state generose in merito.
Infatti il problema, sotto qualunque cielo, è purtroppo sempre il medesimo.
Si cerca un lavoro che, a casa propria, non si ha.
Lo si cerca ovunque .
Innanzitutto per darsi dignità e poi per poter sopravvivere.
Si verifica da noi e accade anche in Africa.
Ecco perché dovremmo essere maggiormente disponibili e "misericordiosi", come ci ricorda sempre Papa Francesco,nei confronto di coloro che ci domandano aiuto.
Incluse quelle persone che arrivano via mare, a loro rischio e pericolo, e sbarcano lungo le nostre coste.
Non dimentichiamo che "si può fare" sempre di più di ciò che crediamo.Non miracoli. Ma il possibile.
Importante è non dichiarare mai resa.
Semmai alimentare la speranza, che non è qualcosa che se ne sta sulla "nuvoletta" cibernetica, semmai semplicemente la nostra buona volontà.
Ritornando al Sudafrica, in questo paese un tempo di diritto, a tutti gli effetti, "primo mondo" e oggi un po' molto più in difficoltà, vi risiedono e lavorano uomini della Nigeria, del Malawi, dello Zimbabwe, del Mozambico,del Kenya, del Ciad ma anche indiani, cinesi e pakistani.
E queste persone erano e sono venute a cercarvi lavoro.
La xenofobia esplosa in questi giorni, per assurdo che paia, si deve ai numeri.
Essi, gli immigrati, sono in totale almeno due milioni. Cioè il 4% della popolazione complessiva del Sudafrica.
Si tratta, tuttavia, di stime ufficiali.Le ufficiose parlano del doppio.
Se si tiene conto che persino la popolazione bianca, e non solo quella di colore, ha subìto ultimamente forti ridimensionamenti per quanto concerneva, e tuttora concerne, il proprio tenore di vita, l'esplosione di rabbia si comprende.
Tanto che alcuni Paesi africani stanno in queste ore predisponendo dei mezzi di trasporto per rimpatriare i propri connazionali.
Il forte disagio per il ripristino dell'ordine pubblico resta di Zuma , il presidente sudafricano di recente rieletto, e della sua cerchia politica, che è piuttosto criticata per mille e più inadempienze oltre che per corruzione plateale.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)